Bondeno
14 Marzo 2016
Bergamini: “Parte importante della storia cristiana occidentale ingiustamente dimenticata”

La chiesa di Mizzana al tempo dei templari

di Redazione | 2 min

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f0d8d2cf-dac3-47d2-96b6-7f9ebaa780b6Bondeno. Passa anche da Ferrara la storia dei templari, gli antichi protettori dei pellegrini lungo le vie dei luoghi santi. La presenza all’Ordine del Tempio era – tra il XII e il XIII secolo – “consistente” e i suoi combattenti godevano di “unanime stima”, dicono gli studiosi. Ma, da papa Giovanni XXII, che ne decretò la ‘damnatio memoriae”, il ricordo delle loro grandi imprese venne fatto svanire e i documenti furono eliminati. Agli storici di oggi il compito di recuperarne la memoria e la verità storica del loro operato.

Di questo han discusso docenti, appassionati, studiosi l’altra sera in Sala2000, in un partecipato convegno promosso dall’associazione De Humanitate Sanctae Annae, in collaborazione con il Lions Club Bondeno e con il patrocinio del Comune.

Al tavolo il sindaco Fabio Bergamini, il presidente Lions Paolo Saltari e i relatori Carlo Magri (‘I Templari raccontati dal cinema’), Paolo Sturla Avogadri (‘La missione dei nove Cavalieri’), Gianluca Lodi (‘Guglielmo III degli Adelardi, Cavaliere Professo), Francesco Scafuri (‘Luoghi templari a Ferrara, storia e misteri’).
La memoria dei Templari sul territorio ferrarese – è stato ricordato – è legata alle chiese (con i rispettivi monasteri ed ospizi per i pellegrini) di Santa Maria della Rosa, allora situata fuori dalla cerchia muraria, ad oriente, e di Santa Maria Annunciata di Betlemme, a due miglia dalla città, ad occidente, nel Borgo Superiore ovvero Mizzana, di tipica pianta circolare.

Questi luoghi sacri compongono la ‘commenda’ fondata da Guglielmo III degli Adelardi – già combattente nella seconda crociata al seguito dell’imperatore Corrado III di Hohenstaufen e di Luigi VII di Francia -, ritenuto il primo ferrarese che abbia calzato gli speroni come ‘Cavaliere professo’ dell’ordine degli Ospitalieri di San Giovanni.

Ma le tracce della presenza templare sembrano ritrovarsi anche nello stesso stemma del Comune di Ferrara, nero e bianco, che, pur se con colori invertiti, richiama lo stendardo dei cavalieri, il bauceant. E della presenza templare parlano anche una lettera di Papa Innocenzo III, nel 1207, un lascito testamentario del 1281, un documento del 1156 riguardante una controversia sulla “Massa di Formignana”.

“Una bella serata di cultura e territorio, alla scoperta dei templari a Ferrara e Bondeno – ha detto Bergamini ringraziando l’associazione De Humanitatae e i Lions -. Quella dei templari è una parte importante della storia cristiana occidentale ingiustamente dimenticata nel suo valore storico e culturale”.

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