Vigarano
13 Marzo 2016
Anche il Consiglio di Stato ha confermato la condotta corretta del Comune di Vigarano in merito all’agibilità della casa

Caso Zaniboni, Paron: “Chi fa propaganda politica dovrebbe prima informarsi”

di Redazione | 3 min

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paaadi Marcello Celeghini

Vigarano Mainarda. “Il caso della famiglia Zaniboni è stato utilizzato da parte delle diverse forze politiche di opposizione per fare una propaganda politica inaccettabile e, per giunta, basata sul niente”. Non usa mezzi termini il sindaco di Vigarano Mainarda, Barbara Paron, nel rimandare al mittente le accuse di condotta ‘ballerina’ che sono piombate sul suo Comune in merito all’agibilità della casa di proprietà dei coniugi Zaniboni a Vigarano Pieve, lesionata dal sisma di tre anni fa e resa inizialmente inagibile fino al luglio scorso, quando la casa tornò ad essere agibile senza alcun intervento di ristrutturazione. Sabato mattina in municipio si è svolta una conferenza stampa con il sindaco e alcuni tecnici comunali per chiarire una volta per tutte la vicenda.

La situazione, però, a sentire dai tecnici comunali e intercomunali che si sono occupati del caso, è in realtà assai più complessa di quello che sembra. Questo perché pare che tutti i sopralluoghi che hanno dato esito di inagibilità della casa in questione fossero stati fatti con tecnici chiamati dalla famiglia, non con i tecnici del comune preposti al post sisma.

“I sopralluoghi dei tecnici incaricati dal Comune e dal Commissario regionale a effettuare la perizia definitiva – spiega Barbara Paron assieme all’architetto Meloni, capo dell’ufficio tecnico comunale -, hanno dato l’agibilità alla casa lo scorso luglio perché non presenta problemi strutturali, a differenza dell’attiguo fienile, sempre della stessa famiglia, che è ufficialmente inagibile e riceverà i fondi per il ripristino. L’iniziale inagibilità della casa, a partire dal maggio 2012 fino allo scorso luglio, era dovuta al fatto che, nell’emergenza del sisma e nella paura di nuove forti scosse, si era deciso di rendere inagibile in via prudenziale anche case che, in realtà, non avevano avuto problemi strutturali, proprio perché noi abbiamo sempre messo al primo posto l’incolumità delle persone”.

La famiglia ha presentato la documentazione a febbraio 2015, a tre anni dal sisma, e da quel momento è partito l’iter per l’assegnazione dei fondi. A luglio 2015, però, dopo il sopralluogo dei tecnici preposti alla ricostruzione la casa, come detto, viene dichiarata agibile e i coniugi Zaniboni hanno potuto farvi ritorno.

“I coniugi Zaniboni da allora – continua il sindaco di Vigarano – hanno fatto fare perizie su perizie da tecnici privati che i hanno puntualmente inviato a noi. Nel frattempo hanno anche fatto ricorso al Tar che ha lo ha respinto e ha detto che il Comune aveva agito in maniera corretta. Per fugare ogni dubbio abbiamo chiamato tecnici della Regione per fare un ulteriore sopralluogo chiarificatore alla casa, ebbene per tre volte i coniugi non si sono fatti trovare a casa rendendo di fatto impossibile fare il sopralluogo. L’altro giorno la sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito la sentenza del Tar spiegando come gli organi comunali abbiano agito secondo la legge. Ora l’azione legale della famiglia proseguirà con il processo di primo grado, ma difficilmente la decisione del Tar potrà essere ribaltata. Speriamo che nel frattempo i signori Zaniboni, che hanno tutto il mio appoggio come tutti i vigaranesi colpiti dal terremoto, consentano ai tecnici della Regione di entrare in casa loro a fare il sopralluogo”.

Quanto agli avversari politici che suo dire avrebbero montato la propria propaganda su questa vicenda, Barbara Paron è molto dura. “Chi fa propaganda politica fine a se stessa senza mai essersi fatto vedere a Vigarano e senza mai essersi informato nei particolari della vicenda, non merita la nostra attenzione. Quei drammatici giorni del terremoto noi eravamo qui a testa bassa a lavorare nell’emergenza. I nostri tecnici hanno fatto un lavoro encomiabile, non è giusto che per colpa di propaganda disinformata adesso venga gettato fango sul loro lavoro”.

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