13 Gennaio 2016
Ordinazioni da Brasile e Cina in calo: l'azienda ridurrà la produzione di circa il 20% in attesa di nuovi sviluppi

Berco, crollate le commesse dal mercato internazionale

di Ruggero Veronese | 3 min

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100_5601Copparo. Un crollo nelle commesse dal mercato internazionale, dovuto soprattutto all’aria di crisi che si respira in Cina, Brasile e in parte anche in Canada. Questo il motivo della richiesta di cassa integrazione in Berco che con ogni probabilità verrà formalizzata venerdì, dopo il secondo incontro tra azienda e sindacati, per poi entrare in vigore dal prossimo lunedì e durare fino a fine febbraio.

Si respira aria di preoccupazione nello stabilimento copparese, dove ancora aleggia l’incubo degli esuberi del 2013. I vertici dell’azienda puntano a ridurre la produzione di circa il 20% nel mese di febbraio, per sopperire alla delicata congiuntura internazionale che in queste settimane sta penalizzando tutto il settore metalmeccanico. E – quasi paradossalmente – a tenere a galla la Berco sarà proprio il tanto vituperato mercato europeo, in lieve ma costante ripresa ma comunque non in grado di sopperire alla battuta d’arresto delle (ormai ex) economie emergenti.

I sindacati Fiom – Cgil, Fim – Cisl, Uilm – Uil e Ugl durante l’incontro a Copparo hanno chiesto qualche giorno di tempo per studiare la proposta dell’azienda, che nel frattempo ha chiesto ai rappresentanti sindacali di sensibilizzare i lavoratori che possono godere di ferie o permessi arretrati perchè le utilizzino in questi primi mesi del 2016. L’obiettivo è quello di arrivare a un calo della produzione nella misura meno traumatica possibile e, di conseguenza, ridurre l’impiego della cassa integrazione. I sindacati, dal canto loro, hanno richiesto all’azienda la documentazione completa su ferie e turni (che verrà consegnata mercoledì mattina alle Rsu), in modo da poter effettuare le proprie valutazioni su questo tema.

Al momento però, la priorità è capire se il calo di produzioni si configura come una fase transitoria o come un dato più a lungo termine. Da questo punto di vista i sindacati puntano a tenere alta l’attenzione, ma senza allarmismi: “Dalle informazioni che abbiamo ricevuto – afferma la segretaria Fim Sandra Rizzo – si dovrebbe trattare di un calo momentaneo, con l’utilizzo di qualche giorno di cassa integrazione. Ma nel frattempo dovremo tenere d’occhio quali saranno gli sviluppi del mercato a livello internazionale. Possibili esuberi? No, non si è parlato di questo. Per il momento sembra solo una fase”.

Leggermente più preoccupato Samuele Lodi della Fiom, secondo cui “di timori ce ne sono sicuramente, visti anche i non lontani trascorsi, ma non vogliamo assolutamente creare allarmismo. La situazione nei mesi invernali è sempre più delicata, vista la stagionalità di questo settore. Marzo potrebbe essere il mese in cui vedremo una inversione di tendenza, in coerenza con gli altri anni, ma in questo momento neppure l’azienda si espone perchè il livello di schizofrenia dei mercati è molto alto. Per il momento possiamo solo discutere di questa cassa integrazione dalla seconda metà di gennaio a fine febbraio, con l’auspicio di non averne più bisogno in seguito”.

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