Goro
23 Novembre 2015
Sempre più a rischio il collegamento tra Emilia-Romagna e Veneto nella zona del Delta: le risorse degli enti locali non bastano

Ponte di barche a Goro: aiuti ai Comuni o chiusura

di Redazione | 4 min

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Foto dal sito del Comune di Taglio di Po

Foto dal sito del Comune di Taglio di Po

di Giuseppe Malatesta

Goro. Nuovo ultimatum da parte delle amministrazioni comunali di Goro, Taglio di Po, Porto Tolle e Ariano nel Polesine sulla gestione dei ponti di barca che permettono il transito nei tratti sul Po di Gnocca e sul Po di Goro. In mancanza delle risorse finanziarie necessarie e senza l’appoggio della Cooperativa Ariano (impossibilitata per lo stesso motivo), ha interpellato in questi giorni gli enti competenti affinché intervengano nella salvaguardia di un servizio che ad oggi garantisce la viabilità di circa duemila persone residenti e la possibilità, per i turisti, di visitare una delle zone più caratteristiche del Parco del Delta Po.

“Il transito sarà garantito fino al 31 dicembre – dichiara il sindaco di Goro Diego Viviani -, poi siamo nelle mani dei vertici regionali e provinciali, ai quali chiediamo una presa di posizione importante. I costi di gestione e di manutenzione non ci permettono di andare oltre, ma una viabilità di questo tipo, che mette in collegamento due regioni, due province, due parchi, ha una funzionalità particolare che non può essere di interesse esclusivamente comunale. Le cooperative che finora se ne sono occupate non riescono più a garantire il servizio perciò crediamo sia giusto e doveroso che gli enti a noi superiori se ne occupino e sovvengano nella gestione di queste strutture”.

Operativo dal 1978, il ponte di barche che collega i territori di Gorino ferrarese e Gorino Veneto rappresenta effettivamente una comoda alternativa ad un percorso via terraferma più lungo e di fatto rende facilmente raggiungibili, per alcuni centri abitati a ridosso del fiume, servizi indispensabili e punti di soccorso in caso di emergenza. In termini di manutenzione e regolazione del transito le amministrazioni di competenza si sono sempre trovate di fronte ad una gestione per certi versi obbligata, come ricorda Viviani: “Insistendo su un fiume, la struttura va incontro ad una serie di problematiche legate a fenomeni idrogeologici naturali, come ad esempio le piene, ma non solo. Negli anni abbiamo provato a ridurre il presidio esclusivamente per un risparmio sui costi, ma non è possibile eliminarlo del tutto, anche perché a valle del ponte ci sono centri abitati, abitazioni e piccoli attracchi che vanno messi in condizioni di sicurezza”.

La competenza comunale impone da sempre che siano le amministrazioni comunali ad occuparsene, ma indubbiamente la presenza di queste suggestive passerelle sull’acqua ha agevolato negli anni il turismo fluviale e l’economia del luogo oltre ad essere state di pubblica utilità per i residenti. Per questo motivo la richiesta dei sindaci è stata rivolta allo stesso modo anche all’ente Parco Delta del Po Veneto e Delta del Po Emilia Romagna. Al di là della valenza economica e turistica, anche il valore storico e culturale dei cosiddetti ponti di chiatte dovrebbe essere riconosciuto e salvaguardato, nel caso del ponte di Gorino come nel caso simile del ponte di Santa Giulia, che sta affrontando le stesse problematiche e che collega la frazione omonima a Gorino Sullam, lembi di terra carichi di storie e suggestioni, solcati dalla fitta rete di canali. Un territorio che affascina, la cui storia è fortemente legata all’attività dell’uomo che lo ha popolato negli anni cruciali della bonifica, impegnato a dare forma e sicurezza ad una terra sempre minacciata dal fiume e che, nel caso dei ponti di barche, ha cercato di antropizzare questi luoghi rispettando la loro natura impervia. In tempi moderni, l’auspicio è quello di poter ancora contare su un servizio di pubblica utilità con un occhio al suo valore intrinseco.

In difesa del ponte di barche interviene anche Graziano Azzalin, il consigliere regionale in Veneto per il Partito Democratico, che lo definisce “un simbolo dell’unità necessaria fra le due Regioni per questo ambiente unico”. Azzalin assicura che “Regione ed Ente Parco del Delta del Po del Veneto sono già al lavoro per cercare di trovare una soluzione all’allarme lanciato dagli amministratori locali. E’ impensabile che proprio mentre si cercano strade per la valorizzazione di questa terra, che ha ricevuto anche l’importante riconoscimento Mab Unesco, si taglino i ponti”. Il consigliere regionale assicura di aver trovato la disponibilità delle istituzioni e da parte del commissario straordinario dell’Ente Parco Mauro Viti: “Proprio con quest’ultimo è stata valutata positivamente l’ipotesi che possa essere il Parco ad intervenire in modo da salvaguardare un patrimonio paesaggistico del Delta – afferma Azzalin – che assolve anche ad una fondamentale ed imprescindibile funzione di collegamento stradale fra le due province di Rovigo e Ferrara e fra le due regioni Veneto ed Emilia-Romagna. Proprio l’unità che serve per far decollare il Delta del Po e che va anzi rinsaldata. Il ponte sul Po di Goro, insomma, oltre ad un collegamento viario è anche un simbolo del cammino congiunto che i due territori, divisi amministrativamente, ma unici dal punto di vista geografico ed ambientale, devono percorrere. Per questo il ponte non può e non deve essere chiuso”.

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