Il gip di Venezia ha archiviato il procedimento per stalking contro Franco Maccari che derivava dalla querela di Patrizia Moretti depositata nel settembre 2013. “Finalmente un giudice ha detto ciò che noi tentiamo di fare da anni – è la soddisfazione del segretario generale del Coisp -, confermando così la correttezza e l’onestà della nostra azione: quando interveniamo in qualsivoglia vicenda lo facciamo perché essa porta con se qualcosa che riguarda potenzialmente tutti noi. Lo facciamo occupandoci dei singoli colleghi coinvolti, ma non con esclusivo riferimento alla vicenda specifica e, meno che mai, ai singoli altri soggetti che vi sono coinvolti. Sono anni che tentiamo disperatamente di far capire che la drammatica vicenda di Ferrara non ci ha spinti ad intervenire riferendoci a Patrizia Moretti o alla sua famiglia, per entrare nell’intimità di un dolore troppo grande, ma ci ha spinti a puntare il dito su questioni di portata particolarmente più vasta rivolgendoci a ben altro uditorio”.
Maccari si smentisce subito però attaccando nuovamente la madre di Federico Aldrovandi che a suo dire non avrebbe “inteso prendere alcuna distanza da questioni a sfondo politico che nulla hanno avuto a che fare con il suo dolore di madre. Anzi”. Il riferimento è alla conferenza stampa dello scorso 8 luglio a Roma, quando la Moretti annunciava di voler rimettere le querele contro lo stesso Maccari e Giovanardi: “vederla al fianco di Manconi al Senato della Repubblica tornare a tirare in ballo il suo lutto nel giorno in cui si discuteva dell’introduzione del reato di tortura è stata davvero una brutta immagine. Tanto più brutta perché è sembrata l’occasione giusta a lei o a chi per lei, tanto per dare un po’ più di forza al suo ‘personaggio’, per annunciare un’intenzione di rimettere le querele che aveva sporto che non solo ci era stata in precedenza già comunicata con preghiera di massimo riserbo data la delicatezza di una questione così intima, ma che in realtà non si è mai neppure concretizzata. Poco conta che sia stata una grande bugia, perché tanto noi non avremmo accettato la remissione della querela, consci come eravamo di essere nel giusto, come l’autorità giudiziaria ha acclarato”. Maccari rinfaccia inoltre alla madre di Aldrovandi di aver fatto opposizione alla richiesta di archiviazione, andando in direzione opposta in sostanza alle sue dichiarazioni pubbliche.
Ma il segretario generale del Coisp fa un po’ di confusione. La remissione c’è stata, anche se Maccari non ha ricevuto la relativa notifica. È avvenuta – come sottoscrive l’ufficiale verbalizzante – il 18 settembre alle 13.30 presso il comando di Ferrara. C’è stata anche l’opposizione all’archiviazione, chiesta dal pm il 23 marzo di quest’anno. Ma risale al 25 maggio, ben prima dunque della decisione della Moretti di ritirare le querele.
Tornando al merito della questione, il pubblico ministero veneziano – che già aveva derubricato l’accusa di stalking in quella di diffamazione – ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Eugenio Pini, che spiegava nella sua memoria difensiva come “i commenti e le opinioni di Maccari ‘incriminati’ non avevano in verità contenuto offensivo di alcuno, e comunque non erano dirette alla signora Moretti, ma più genericamente ad un complesso di dichiarazioni politiche e notizie di stampa che seguirono l’oramai noto sit-in organizzato dal Coisp a Ferrara, e le successive iniziative mediatiche con le quali l’organizzazione sindacale ha continuato ad insistere sui temi principe della propria azione, attinenti in realtà alle condizioni lavorative e personali degli appartenenti alla Polizia di Stato, ma connesse nello specifico alla drammatica vicenda di Ferrara”. Di conseguenza, se proprio doveva esserci un’azione legale per quelle parole, “non era la Moretti a doverle fare, per difetto di legittimazione, in quanto non erano a lei dirette”.
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