Cronaca
10 Ottobre 2015
L'inquietante episodio riferito da Rendine. Tagliani: “Se vero, subito provvedimenti e informerò la procura”

Assistente sociale a disoccupata: “Meriti di crepare di fame”

di Marco Zavagli | 3 min

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asp (300x225)“Meriti di crepare di fame”. È quanto si sarebbe sentita dire al telefono una donna di 46, che – ora disoccupata – mantiene da sola una figlia disabile, da un’operatrice dell’Asp. Lei, originaria dell’Ucraina ma con cittadinanza italiana, emigrata ormai vent’anni fa, aveva ottenuto come assistita dai servizi sociali un contratto di tirocinio presso l’Azienda per i servizi alla persona. Attraverso questo tirocinio per l’inserimento lavorativo aveva iniziato a lavorare presso un ristoratore di Ferrara.

Lo scorso luglio però rimane vittima di quello che sembra essere un classico infortunio sul lavoro. Nella cucina, mentre sta lavando una pentola con del materiale caustico, inala i vapori e si sente svenire. Il giorno seguente va all’ospedale dove il medico diagnostica uno stato ansioso. La guardia medica riscontrerà invece sintomi da intossicazione. Visite successive descriveranno una “sospetta colicistite forse tossica”.

Sul posto di lavoro, riferirà in seguito ai carabinieri in sede di denuncia, le viene vivamente consigliato di far passare l’incidente come malattia e non come infortunio, pena l’interruzione del tirocinio.

A fine luglio la donna presenta una denuncia all’Ispettorato del lavoro, seguita da un’altra ai carabinieri. Trascorso il periodo di malattia riprende a lavorare, fino a inizio ottobre. Il 3 le arriva una telefonata da un’operatrice dell’Asp (così la definisce la 47enne), che la informa che le è stato chiuso il tirocinio. Alle domande di chiarimento seguono risposte risentite: “lo possiamo fare quando vogliamo visto il suo comportamento. Sei ingrata ti abbiamo concesso il tirocinio e sei andata a denunciarci”. Fino a frasi choc: “per quello che hai fatto meriti di crepare di fame”, “se tu non ritiri denuncia non lavorerai mai più a Ferrara”.

Alla luce di questo episodio, riferito dalla 47enne, il consigliere comunale di Gol Francesco Rendine ha interpellato sindaco e assessore rimarcando come quel tirocinio “consentiva a lei ed alla figlia di sopravvivere, anche se ad un livello molto inferiore alla soglia di povertà”. Alla luce poi delle frasi riferite dalla donna, Rendine ricorda come l’Asp sia “una partecipata del Comune che dovrebbe proteggere i più deboli e bisognosi di supporto, non solo economico”.

“Vergognoso”, aggiunge il consigliere, “che l’operatrice, che forse è assistente sociale, abbia avuto la premura di affermare come la signora in questione meritasse di morire di fame”.

Alla luce di ciò, Rendine chiede a Tagliani e Sapigni di effettuare indagini presso l’azienda per verificare “che quanto esposto corrisponda al vero e conseguentemente siano infondate le ragioni della sospensione del tirocinio, in che modo ritiene di agire al fine di consentire alla tirocinante, ingiustamente cacciata, di riprendere il tirocinio sospeso o altro equivalente”.

Interpellati dal nostro giornale, sindaco e assessore si sono detti all’oscuro dell’episodio. Tagliani ha già assicurato che, se quanto esposto nell’interpellanza corrisponde al vero, “girerò immediatamente la notizia alla procura affinché valuti eventuali rilievi penali, mentre come Comune adotteremo ogni provvedimento consentito a livello amministrativo”.

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