Cronaca
15 Luglio 2015
Comitato di via Prinella ed M5S presentano un esposto al Def e chiedono chiarezza sui rapporti tra Comune e società di riscossione

Cosap, anche il ministero contro la ‘doppia sanzione’ comunale

di Ruggero Veronese | 5 min

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unnamed (4)Possibile pagare la concessione per lo stesso spazio due volte e a due diversi enti? A Ferrara sì, come dimostra il caso per cui dal 2009 si è attivato il comitato civico di via Prinella, chiedendo la sospensione delle riscossioni del canone Cosap da parte del Comune per i passi carrai (senza divieto di sosta) sulle strade arginali, già tassati dalla Regione attraverso l’imposta per l’occupazione del demanio pubblico. Una ‘doppia tassazione’ per la quale si è attivato anche il Movimento 5 Stelle di Ferrara, attraverso un esposto al Dipartimento di Economia e Finanze (Def) ministeriale e un’indagine sulla società privata Ica che si occupa della riscossione delle imposte. Il tutto mentre il comitato porta avanti anche un’altra battaglia contro il canone Cosap, richiesto dal Comune – illegittimamente secondo attivisti e Grilli Estensi – anche in caso dei passi carrai a raso e senza divieto di sosta, sottoposti all’imposta anche se non comportano reali modifiche alla strada.

Due vicende parallele ma per le quali occorre fare alcune distinzioni: nel caso dei passi carrai su strade arginali la Regione incassa già un canone per l’occupazione di aree del demanio idrico ma il Comune, attraverso l’Ica, ha richiesto il pagamento del canone Cosap per l’occupazione di una parte di strada comunale. Un canone che era stato sospeso nel 2010 dopo le proteste del comitato di via Prinella, fino alla sorpresa del dicembre scorso, quando i residenti si sono visti recapitare gli avvisi di accertamento relativi all’imposta comunale per l’anno 2010. Seguiti, in febbraio, da quelli relativi al 2015. In marzo l’assessore Roberto Serra si assume l’impegno in commissione consiliare di sospendere ancora una volta l’emanazione degli atti da parte di Ica, ma pochi giorni fa ecco la nuova doccia fredda per i residenti: nuovi avvisi di accertamento, con tanto di sanzione per i ritardi nei pagamenti. Poi sospesi dopo le proteste a mezzo stampa del comitato.

Diversa la questione sui passi carrai a raso e senza divieti di sosta, che secondo comitato e Movimento 5 Stelle – ma non solo, come vedremo – vanno pagati solo in caso di modifiche al manto stradale. Ma anche in questo caso l’Ica inoltra gli avvisi di accertamento senza fare troppe distinzioni tra le varie situazioni.

Imposte per le quali il comitato “non critica l’onerosità del canone, ma la fondatezza dell’applicazione”, puntando anche sui vari pareri tecnici, richiesti anche dallo stesso Comune, riguardo alla legittimità del Cosap. Partiamo dal caso dei passi carrai arginali, dove secondo la capogruppo dei Grilli Estensi Ilaria Morghen “l’illegittimità della riscossione è più manifesta”. Al punto che i pentastellati si sono rivolti direttamente al ministero delle finanze per chiarire la situazione: “Il Pd ha provato a imbrigliare la questione attraverso una risoluzione attendista, che si trascina tuttora, per chiedere indicazioni alla Regione. Noi abbiamo un passo avanti presentando un dossier specifico al Def”. E la risposta del dipartimento ministeriale non si è fatta attendere e sembra dare ragione alle istanze di comitato ed M5S: “Si prega codesto Comune – si legge nella missiva inviata dal ministero a Comune e gruppo pentastellato – di chiarire le ragioni per cui viene richiesto il pagamento del Cosap per l’occupazione della porzione di strada antistante la rampa di accesso di pertinenza regionale. Si ricorda che in materia di tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche […] è necessario che si verifichi la posa in opera di manufatti […] da parte del singolo contribuente. L’evento che segna il determinarsi di questa condizione è rappresentato sia dalla richiesta da parte dei proprietari che lo desiderino della concessione del divieto di sosta e dal rilascio del relativo segnale indicatore”.

Detto in parole semplici: niente divieto di sosta di fronte al passo carraio, niente imposta. Contrariamente a quanto in realtà accade a decine di residenti di via Prinella e di altre zone arginali (come via Fabbri o via Bassa).

L'ingresso di via Prinella

L’ingresso di via Prinella

Motivazioni simili a quelle che giungono per il secondo tema: i passi carrai a raso. In questo caso comitato e Grilli Estensi si appellano addirittura alle consulenze richieste – e mai seguite – dal Comune di Ferrara. Che nel maggio del 2010, attraverso l’ufficio contenziosi legali, chiedeva un parere tecnico al professor Luigi Lovecchio sulla legittimità del Cosap sui passi carrai a raso messa in dubbio dagli attivisti. E anche in questo caso, la risposta sembra dar torto all’ente pubblico: “In effetti – risponde Lovecchio – non vi è titolo per l’assoggettamento a Tosap/Cosap dei passi a raso, mancando qualsiasi modifica visibile del manto stradale.L’unica eccezione riguarda i passi per i quali il proprietario ha richiesto il divieto di sosta per lo spazio antistante […]. In analogia con la Tosap e se lo prevede il regolamento Cosap del Comune, su può applicare una tariffa ridotta, anche se in punto di legittimità per la Cosap qualche dubbio l’avrei”.

Non un giudizio netto insomma, ma è evidente lo scetticismo del consulente del Comune. Negli atti Comunali ottenuti dal Movimento 5 Stelle si possono leggere alcuni successivi scambi di battute via e-mail tra i tecnici comunali, che riferendosi alle parole di Lovecchio affermano che “a quanto pare, fondamentalmente ritiene l’assoggettabilità a raso non molto legittima…”. Eppure, nonostante tutti i dubbi sulla sua legittimità, l’imposta non è mai stata cancellata. Colpa del Comune o della società Ica da cui provengono gli atti? Difficile da chiarire, anche se la Morghen denuncia che “In tutta questa situazione il Comune non ha mai detto nulla. Se Ica commette degli errori dovrebbe riprenderla, ma in via ufficiale non si è mai esposto. E anche Serra non ha mai preso posizione sulle ultime imposte maggiorate della sanzione”. Secondo Lorenzo Lazzari del comitato di Via Prinella, il rischio è che tanti cittadini inconsapevoli rischino di versare un tributo non dovuto. “Sembra che l’Ica si muova in autonomia e faccia un po’ quello che vuole, mentre molti cittadini probabilmente hanno già pagato. Se non ci fossimo mossi noi, chissà quanto avremmo dovuto aspettare perchè venissero annullati i primi avvisi di accertamento”.

Quindi oltre a fare chiarezza sulla legittimità o meno imposte, secondo il Movimento 5 Stelle occorre ottenere una maggiore trasparenza sui rapporti tra Comune e Ica: “Il loro rapporto anomalo risale al 2006 – afferma il consigliere Alessandro Bazzocchi -: Ica nel corso degli anni accumula un debito notevole verso il Comune: circa 1,6 milioni di euro. Per evitare un contenzioso legale, nel 2014 il Comune rateizza il debito di Ica, che impegna la società a colmare quanto dovuto ma che la vincola al servizio fino al 2019. Non abbiamo ancora ricevuto il capitolato dell’appalto, ma chiediamo una maggiore trasparenza all’amministrazione su questa esternalizzazione”.

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