di Francesco Altavilla
La salute deve essere un “bene prezioso” e non va interpretato come un “costo, ma piuttosto come un investimento”. È il credo della Camera del Lavoro estense nel corso della conferenza “Sanità e sociale a servizio del cittadino”, tappa locale del ciclo di iniziative promosse a livello nazionale da Cgil “Salviamo la salute”.
L’apertura dei lavori a Palazzo Bonacossi è stata affidata a Valentina Ziosi, della segreteria confederale di Cgil Ferrara. Tra i vari punti trattati dalla relazione spiccavano le sottolineature sul diritto alla salute, “insidiato dall’impoverimento complessivo frutto della crisi” e le difficoltà del servizio sanitario a “compensare gli effetti” del periodo di recessione.
Al centro dell’analisi di Valentina Ziosi c’è l’idea che siano i “cittadini a doversi riappropriare del proprio diritto alla salute”, e che occorra “ridare dignità ai lavoratori dei servizi sanitari” che sono, ha ricordato la portavoce, “anche servizi collettivi”. Per questa ragione è necessario ritrovare una “rinnovata confederalità” che possa contribuire alla ricostruzione di rapporti positivi tra cittadini. La critica è andata in primis alle politiche del Governo che “con il decreto economico finanziario ha smontato le positive premesse del Patto per la salute, ritornando alla logica del taglio del welfare – ha ricordato Valentina Ziosi – in relazione a quanto disposto dalla Legge di Stabilità 2015 continuando ad enfatizzare il ruolo delle autonomie regionali ma in realtà poi praticando una centralizzazione delle risorse”.
Anche le Regioni sono state oggetto della critica della portavoce della segreteria confederale, gli enti hanno “in prima istanza definito inaccettabile la riduzione dei trasferimenti per poi siglare il 26 febbraio l’intesa con il Governo con una previsione di taglio di 2 miliardi e 350 milioni alla sanità”.
Il sistema sanitario regionale, “pur con le sue criticità, rimane uno dei migliori del paese” ma è necessario “torni a correre per recuperare il tempo perduto nell’avvicendamento della Giunta Regionale”.
Tanti “elementi positivi” nella relazione di Valentina Ziosi, ci sono stati anche secondo Tiziano Tagliani che ha elogiato la bontà dell’iniziativa della Cgil, organizzata “all’indomani dell’inizio di un nuovo mandato politico”, quello dei due nuovi direttori generali dell’Azienda Usl e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. “A Ferrara – ha ricordato Tagliani – si è compiuta la positiva scelta di mantenere divise le due aziende pur in una prospettiva di razionalizzazione e di ottimizzazione delle risorse che non è solo una scelta economica e normativa ma anche politica”, una decisione che secondo il primo cittadino servirà ad evitare la “percezione di allontanamento degli enti dai cittadini”.
Sull’Area Vasta, il sindaco di Ferrara ha dichiarato di non essere “preoccupato di un assorbimento nel bolognese, quanto della cultura che sta dietro quest’idea”. Le dinamiche in Area Vasta non saranno di “sudditanza o subalternità” ha tenuto a precisare Tagliani ma “mireranno al completamento di processi già avviati come le Case della Salute” ma anche alla razionalizzazione e alla “chiusura di discorsi come quello di Comacchio”.
Più critico è stato invece l’argomentare del sindaco di Ferrara intorno ai temi dell’assistenza, un “sistema molto rigido”, che “ha richiesto un ulteriore investimento di 2 milioni di euro da parte dell’amministrazione comunale, destinati ad Asp”.
Concludendo il suo intervento Tiziano Tagliani ha condiviso l’aspirazione “a ripensare soluzioni sull’assistenza integrata” e ha giudicato necessario “ridefinire la governance delle unità assistenziali nell’Area Vasta senza prevaricare le amministrazioni locali”.
Marco Blanzieri, segretario responsabile della Sanità di Fp Cgil Ferrara, ha portato all’attenzione della platea, in cui era presente l’assessore regionale per le politiche per la salute, Sergio Venturi, quattro punti “critici”. Fermo restando, secondo il segretario di Fp Cgil Ferrara, che “la funzione pubblica è seriamente messa a rischio dai tagli che mettono a rischio tutta la filiera, come dimostrano i 300 elettori in meno alle ultime elezioni delle Rsu”. Il primo punto presentato da Blanzieri ha riguardato la gestione del personale nell’Area Vasta, un aspetto da affrontare in “confronto condiviso” che possa portare risultati come “il virtuoso esempio del 118”. Tenendo sempre presente che “prima occorre fare un piano e poi muovere le persone” ha ricordato Blanzieri. In secondo luogo il sindacalista si è interrogato su quali saranno “gli strumenti per misurare l’efficacia del cambiamento” che sarà da certificare presso tutti i soggetti coinvolti. In terza battuta l’attenzione è stata portata sul blocco contrattuale, fermo al biennio 2008-2009, inammissibile per il segretario di Fp Cgil, che ha ricordato come sia necessario “uno strumento economico, normativo e contrattuale che accompagni il cambiamento”, tenendo presente che la “sanità è qualcosa di più vasto del singolo comparto”. Infine Blanzieri ha salutato con soddisfazione “l’ingresso della didattica nel territorio”, una “possibilità splendida” quella di far entrare l’Università nell’Azienda Usl, perché “solo stando dentro le cose si può produrre un vero cambiamento”.
Per Sergio Venturi, assessore regionale, anche il quindicesimo servizio sanitario pubblico nella classifica dell’Ocse, cioè quello emiliano romagnolo, presenta alcuni difetti e “non è esente da sprechi”. Proprio dai risparmi provenienti dalle razionalizzazione potrebbero provenire le risorse utili a garantire “investimenti negli anni a venire, senza che i servizi sanitari vengano toccati”. Un Servizio Sanitario che è puntuale nei pagamenti, stimati intorno ai 55-70 giorni verso i fornitori più grandi. Ma l’obbiettivo è, per Venturi, quello di “testimoniare al Governo che si può costruire un servizio sanitario di Area Vasta tutto pubblico”, pur avendo escluso la prospettiva di “altre concentrazioni aziendali, dopo l’esperienza di Imola”.
Sul tema della mobilità dei pazienti verso il Veneto, l’assessore ha ricordato come il rapporto sia in negativo per la provincia di Ferrara ma, nel complesso, in positivo per l’Emilia Romagna, ma che sarà necessario trovare un accordo con la regione Veneto perché “è necessario scommettere sul recupero della mobilità.
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