di Francesco Altavilla
“Il percorso presentato oggi vuole essere l’occasione di coinvolgere cittadini ed associazioni nella discussione sul superamento delle differenze, di genere, di orientamento sessuale, ma non solo”, l’assessore alle pari opportunità Annalisa Felletti ha introdotto così la presentazione del percorso partecipativo “Nuove Famiglie – Nuovi Diritti”.
Un ciclo di sei incontri organizzati dall’agenzia Punto 3 che partiranno il 31 marzo e si protrarranno fino al 26 maggio. “Nei diversi appuntamenti tematici si cercherà di analizzare diverse tematiche legate al concetto di differenza, declinata in diversi contesti” ha precisato la dottoressa Gaia Stefania Lembo di Punto 3, presente alla riunione della commissione consiliare per presentare nel concreto il progetto ai consiglieri.
Obbiettivo finale del progetto è quello di condurre, tramite l’ausilio di esperti e il lavoro di chi vorrà partecipare agli incontri, alla redazione di un documento propositivo rispetto alla questione delle differenze, che verrà valutato dalla giunta comunale. Una messa in pratica di quanto previsto dalla legge regionale 3/2010 sulla partecipazione, cui il progetto ispira la sua struttura “partecipata e partecipativa” come ha sottolineato dalla Felletti.
Il documento che sarà redatto al termine del progetto “Nuove Famiglie – Nuovi Diritti” sarà anche utile all’amministrazione comunale per capire in che direzione sviluppare l’Elenco per le Unioni Civili del Comune di Ferrara, istituito nel gennaio 2006. L’Elenco risponde ora alla funzione di semplice registro di natura dichiarativa, che non ha alcuna relazione con i Registri Anagrafici e di Stato Civile. Una scatola vuota in sostanza.
Durante la riunione della commissione e la presentazione e la presentazione del progetto “Nuove Famiglie – Nuovi Diritti” non è invece emersa la questione della trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, dopo che anche il Tar del Lazio ha dichiarato che le disposizioni prefettizie che ne annullano la trascrizione non sono valide, così come la circolare del 7 ottobre 2014 del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il titolare del Viminale aveva inviato ai prefetti il sollecito a “rivolgere ai sindaci formale invito al ritiro di tali disposizioni ed alla cancellazione delle conseguenti trascrizioni” procedendo “all’annullamento d’ufficio degli atti illegittimamente adottati”. Un’iniziativa che anche i giudici della Prima Sezione Ter del Tar del Lazio hanno reputato illegittima.
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