Cronaca
13 Febbraio 2015
Parte la raccolta firme per registrarli anche a Ferrara, ma Tagliani ha già tirato il freno

Una ‘battaglia’ per trascrivere i matrimoni gay

di Daniele Oppo | 3 min

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“È una battaglia di civiltà con un valore simbolico che speriamo porti la politica sorda a una riflessione”. Massimiliano de Giovanni, presidente di Arci Gay Ferrara-Circo Massimo, spiega così il senso della campagna di raccolta firme “Trascriviamo” che prenderà il via il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, e si chiuderà il 17IMG_20150212_110514410_HDR maggio, in coincidenza con la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia.

L’obiettivo è chiarissimo: far sì che anche a Ferrara il Comune proceda con le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero, come hanno già fatto di loro spontanea iniziativa alcuni sindaci italiani, come quelli di Milano, Roma, Udine, Bologna e altri. Una battaglia per i diritti civili che la città estense non ha ancora intrapreso: “C’è stata una sorta di freno o quantomeno di momento di riflessione interno al Pd, un partito che vive tante contraddizioni”, spiega de Giovanni che racconta come le associazioni che difendono i diritti Lgbtq abbiano da poco incontrato il sindaco Tiziano Tagliani. “Ma – aggiunge Cristina Zanella di Arcilesbica – ci ha detto che procedere alle trascrizioni potrebbe comportare per lui una denuncia per abuso d’ufficio”, come giù successo ad esempio al sindaco di Milano Giuliano Pisapia che ha deciso di non obbedire alle disposizioni del prefetto che chiedevano, in base a una circolare del ministro Angelino Alfano, di cancellare le dodici trascrizioni già effettuate nel capoluogo lombardo. Il giudice poi ha archiviato perché il fatto non costituisce reato.

Insomma a Ferrara il sindaco e il partito di maggioranza prendono tempo, e anche per questo la raccolta firme (l’obiettivo è arrivare almeno a mille) potrebbe fornire la spinta necessaria per il cambiamento. “A Ferrara ci sono una decina di coppie sposate all’estero e molte di più sono quelle in tutto il territorio provinciale, che sono famiglie con figli”, spiega Roberta Zangoli dell’associazione Famiglie Arcobaleno che, insieme alla moglie di Chiara Bonora, è genitore di due gemelle e che con lei ha portato avanti negli anni una battaglia per la parità di diritti nelle famiglie. “Quando ci sposiamo all’estero assumiamo uno status, dei diritti e dei doveri, che perdiamo quando torniamo in Italia: per il nostro Stato io sono una donna single con dei figli e devo firmare una delega a mia moglie per poterle permettere di andare a prendere le bambine a scuola. Se un giorno dovessimo separarci – prosegue – io potrei togliere la delega e lei non potrebbe più avvicinarsi alle sue figlie, eppure lei un genitore”. In poche parole, nelle famiglie dello stesso sesso, i diritti e i doveri valgono solo per i singoli.

Un esempio per far capire che “la campagna per le trascrizione è la terza campagna per i diritti civili più grande degli ultimi cinquant’anni, dopo quelle per il divorzio e per l’aborto: a Ferrara oggi ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B che sono come dei fantasmi, o siamo tutti libero o nessuno lo è”. “È una battaglia culturale – aggiunge Zanella – che intacca le basi su cui è stata costruita la nostra società che per noi è ancora di tipo patriarcale”.

La raccolta firme ha l’appoggio anche di Agedo, l’associazione dei genitori di omosessuali: “Siamo vicini alle altre associazioni – sostiene la presidente Patrizia Malacarne – e questa iniziativa è una bella vetrina per avvicinare i cittadini”

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