Economia e Lavoro
11 Gennaio 2015
Tryeco incaricata della riproduzione dei reperti del Museo Egizio di Torino, pronto alla riapertura dopo il rinnovo

I tesori egizi rivivono grazie ai creativi ferraresi

di Redazione | 2 min

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10873551_796263000420524_6225608475425787079_oI tesori egizi riemergono dalla sabbia grazie a un’azienda di giovani creativi ferraresi: Tryeco. Che negli ultimi mesi si è occupata della realizzazione delle riproduzioni di 16 diverse opere del Museo Egizio di Torino, che ha lanciato nell’ottobre scorso la ‘spedizione’ Egizio 2015. Un viaggio in un’esposizione museo completamente rinnovata e dotata di nuove installazioni e servizi interattivi, il cui scopo sarà quello di rendere ancora più coinvolgente e affascinante il “viaggio nel tempo” nel più importante museo – dopo quello del Cairo – dedicato all’egittologia. Il tutto grazie a un inedito connubio tra storia e tecnologia, che ha reso possibile attraverso l’impiego di stampanti 3D la perfetta riproduzione dei reperti conservati nello storico Palazzo dell’Accademia delle Scienze che dal 1824 ospita l’immensa collezione di ritrovamenti archeologici.

Riproduzioni che ovviamente non toglieranno spazio alle vere opere del museo, ma saranno posizionate in installazioni – interattive e non – visibili anche dall’esterno del palazzo. I due esempi principali sono la grande clessidra di vetro posizionata davanti all’Accademia delle Scienze e la teca interattiva della Spedizione Egizio 2015: un’installazione itinerante in varie zone del capoluogo piemontese attraverso cui curiosi e appassionati potranno ‘scavare’ attraverso un braccio meccanico nella sabbia all’interno della teca rivelandone così i segreti. Segreti realizzati proprio da Tryeco attraverso la scansione e la riproduzione 3D – con un livello di precisione al decimo di millimetro – delle opere del Museo Egizio. La clessidra ha invece iniziato il suo ‘countdown’ poche settimane fa, e mentre la sabbia scorre lentamente verso il basso si avvicina il momento in cui verrà svelato il suo tesoro nascosto nella parte superiore.

Un incarico portato ormai a termine e di cui si mostrano assai soddisfatti i giovani creativi di Tryeco, società nata nel 2005 dall’esperienza di un laboratorio universitario della facoltà di architettura Unife e che trova ora spazio nei locali di Spazio Grisù. “Per la riapertura del Museo Egizio di Torino  – spiega Matteo Fabbri – è stata commissionata la campagna di comunicazione all’agenzia Todo, che ci ha coinvolto chiedendoci di realizzare alcune delle opere in esposizione. L’idea dell’agenzia era quella di creare una sinergia tra il mondo antico e le tecnologie moderne, e come Tryeco abbiamo realizzato anche l’opera principale, che verrà svelata quando la sabbia sarà completamente scesa dalla clessidra”. Un risultato quindi da non sottovalutare per l’azienda dei giovani architetti ferraresi, che fin dalla sua nascita ha puntato sulle nuove tecnologie per ‘far breccia’ nel mercato e allargare il proprio campo di servizi, come dimostrano anche le tecniche utilizzate per le riproduzioni: principalmente scansione laser e stampa 3D, oltre alla più “classica” fresatura a controllo numerico.

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