Politica
18 Settembre 2014
Ilaria Baraldi: "Quando mi sono iscritta mi aspettavo che il Pd fosse un'altra cosa"

Regionali, Balzani: “O presidente o niente”

di Redazione | 3 min

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Roberto Balzani“Non mi candido per fare l’assessore regionale, né per fare il consigliere. O arrivo alla presidenza per poter mettere le mani dentro le cose oppure torno al mio mestiere e continuo a fare politica da lì”. Che Roberto Balzani, candidato alle primarie del centrosinistra per il dopo Errani, sia agguerrito non è certo un segreto. Che punti al Sole, come già accaduto anni fa alle primarie per scegliere il sindaco di Forlì, quando vinse contro ogni pronostico, neppure.

A Ferrara – nel giardino di Palazzo Scroffa – per presentarsi davanti a una sessantina di elettori estensi (presente, in prima fila, anche Francesco Rendine di Gol), l’ex sindaco di Forlì non lesina critiche al suo partito: “Mi candido per portare avanti un’esigenza di dibattito, non pretendo di avere ragione con le mie posizioni, ma il ceto politico ha dimostrato di non voler parlare di politica, mentre sono i cittadini a volerne parlare”. Una critica al Pd che è una critica all’amministrazione regionale: “Il modello emiliano che ci ha resi una delle locomotive d’Italia è in crisi: il partito aveva consegnato alla Regione il compito della progettualità che ora non c’è più”.

“Dopo le dimissioni di Errani ho percepito un vuoto di idee nel Pd regionale – afferma senza timore – e dunque ho deciso di candidarmi seguendo due cardini: il primo – spiega Balzani –  è quello di recuperare le idee di progettualità più che di gestione della Regione, oggi troppo burocratizzata e percepita come un nuovo centralismo. Poi c’è il dialogo con il territorio: bisogna partire dai bisogni, dalla loro analisi e da una lettura reale dei bisogni della società”. I temi su cui puntare sono quelli dei trasporti, dell’ambiente e, soprattutto, del consumo del territorio: “Non possiamo permettere che una regione come la nostra distrugga il suo patrimonio”. Ma Balzani, che quando era sindaco di Forlì ebbe un forte scontro con i vertici Regionali sulla costruzione della Asl unica della Romagna alla quale si oppose fermamente, parla anche dei problemi della sanità ferrarese: “Bisogna partire dall’analisi dei processi – spiega -. È facile oggi dire che a Ferrara ci sono dei problemi con aree provinciali che si sono sentite assorbite perché i servizi sono attirati dal ‘magnete’ di Cona, ma bisogna partire chiedendosi se la Regione, progettando la struttura di Cona, sia sia chiesta come riorganizzare gli altri ospedali. Oggi che si è creato il caos dico: proviamo a ricostruire i processi per capire come si può ricomporre la frattura, è certamente una cosa difficile da fare e sono il primo a dirlo ma bisogna affrontare i problemi e non girarci attorno”. D’altronde per l’ex sindaco di Forlì “è utile capire gli errori, non per cercare le colpe, ma per evitare di rifarli indagando le cause, invece sembra che oggi gli amministratori e i politici non sbaglino mai”.

IMG_20140917_181605551_HDRBalzani parla anche del paventato “briscolone”, ovvero il rischio di una candidatura unica calata dall’alto: “Pericolo che ormai pare scongiurato, anche perché Renzi ha detto che le primarie si faranno, e io credo di aver dato il mio piccolo contributo mantenendo sempre ferma la mia candidatura”. Ma Ferrara, escludendo i suoi sostenitori diretti, come Simone Tassinari e Ilaria Baraldi – che non ha rinunciato a una frecciata verso il proprio partito: “Quando mi sono iscritta mi aspettavo che il Pd fosse un’altra cosa” -, è terra di difficile conquista: “Sono consapevole che il gruppo dirigente ferrarese è con Stefano Bonaccini, ma a me non interessa – spiega Balzani -, non mi interessano i nomi, parlo di questioni economiche, di funzioni della Regione, di organizzazione del territorio, di una visione diversa, di tipo culturale”. Non mancano, infine, osservazioni sui suoi avversari, attuali o ex che siano, e sulle loro vicende giudiziarie: “La scelte di Bonaccini e Richetti sono entrambe legittime non trattandosi di condanne, personalmente però io non mi sarei neppure candidato”.

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