Politica
29 Luglio 2014
Il silenzio del Pd dopo le gravi accuse del sindaco Zaghini

Splendore o rifugio

di Marco Zavagli | 3 min

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unnamedCi sono domande che riescono a far più rumore delle risposte. E rimangono sospese ancor più a lungo se non incontrano replica. Fino a diventare delle affermazioni. Il caso sollevato da Estense.com la scorsa settimana, quello del premio al cda di Area, ha aperto delle questioni che non si risolvono con la decisione unanime dei soci di respingere la delibera sull’indennità di fine mandato (delibera tra l’altro proposta quattro anni prima dagli stessi sindaci).

Nelle dichiarazioni rese al nostro giornale il sindaco di Berra Eric Zaghini, l’unica voce fuori dal coro prima dell’assemblea, ha detto delle frasi pesanti come pietre. Dall’aumento delle tariffe che andava in direzione opposta alle promesse iniziali, al ricorso al mercato dei rifiuti speciali provenienti da Napoli, passando dall’incremento “in maniera spropositata del costo del personale, internalizzando senza concorso figure che prima operavano all’esterno”. Ma soprattutto i macigni si chiamano redazione dei bilanci e affidamenti. Il sindaco puntò il dito contro il modo di far quadrare i bilanci di Area (verso i quali, coerentemente, Zaghini votò contro negli anni passati): “sono stati utilizzati in maniera estesa dei principi contabili criticabili, come quello della capitalizzazione di un milione di euro di spese per i personale”. Ultima, ma solo in ordine cronologico, è poi l’accusa di aver “continuato pervicacemente a operare in regime di affidamento in house con il Comune di Comacchio, quando questi non è un Comune socio e quindi non potrebbe rientrare in questa formula”.

Dichiarazioni rese dopo che il presidente uscente aveva minacciato querele, parlando di polemica figlia, di “un’abissale ignoranza” e “malafede”. Un attacco al quale Zaghini rispose ricordando che lui “piaccia o no, sono il rappresentante di uno dei Comuni soci, quindi della proprietà e non posso stare zitto quando vengono rivendicati come brillanti dei risultati che invece presentano diversi punti di criticità”. La difesa del renziano si concludeva ventilando la possibilità di restituire la tessera del Pd “se non troverò sostegno”.

E che la questione sia tutta interna ai democratici lo ha ammesso, forse un po’ goffamente, il sindaco di Rifondazione di Formignana: “perché fare a me queste domande? io non sono nemmeno del Pd…”. A ogni modo, a parte i componenti di Ferrara Adesso, anch’essi renziani, dopo quella ‘minaccia’ sono piovute solo dichiarazioni di solidarietà a titolo personale.

Dal Pd nemmeno una parola.

Per accertarcene lo abbiamo chiesto al diretto interessato. “Nulla”, allarga le braccia Zaghini, che ricorda però che a suo tempo “Calvano intervenne in modo deciso sullo stipendio di Chiarini (all’epoca ad di Hera, ndr). Si vede che esistono due pesi e due misure. O forse si avvicinano le elezioni regionali…”.

In attesa che qualcuno batta un colpo, Zaghini fa il primo assist: “non mi sento un genio della lampada come ha detto ironicamente qualcuno dei miei colleghi; posso dire però che se serve per far uscire democrazia e trasparenza sono disposto a sfregare quella lampada tutta la vita”.

De Gaulle definiva il silenzio “splendore dei forti, rifugio dei deboli”. Siamo di fronte a splendore o a rifugio?

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