Eventi e cultura
11 Ottobre 2013
Il fondo sarà spostato temporaneamente all’Archivio Storico

Antonioni dall’archivio al museo

di Redazione | 4 min

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CIMG3616 (537x343)L’appuntamento ha segnato la conclusione del Piano Michelangelo Antonioni. La ricerca di un posto nel paesaggio, programma di iniziative dal settembre 2012 all’ottobre 2013 realizzato dall’ASP Basso Profilo, con il patrocinio di Comune, Provincia e Università di Ferrara, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Michelangelo Antonioni. Ma l’incontro è stato soprattutto un’occasione per parlare del da farsi all’indomani della mostra-evento sul regista che si è chiusa lo scorso giugno: per “non tornare al punto di partenza, ma fare un passo avanti dal punto di vista turistico e promozionale ma anche scientifico”, ha affermato il vicesindaco e assessore alla cultura Massimo Maisto.

Le premesse sembrano buone. Tutte le istituzioni presenti, dalle Gallerie d’Arte Moderna e contemporanea, con la direttrice Maria Luisa Pacelli, al Servizio Biblioteche e archivi, con il dirigente Enrico Spinelli, all’Università, con il direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche Matteo Galli, si sono dette più che disponibili a collaborare, ognuna attraverso le proprie competenze, per l’effettiva valorizzazione dell’archivio Michelangelo Antonioni, la riserva da cui è stata tratta gran parte dei materiali della mostra di Palazzo Diamanti, rendendolo il prima possibile accessibile agli studiosi e al pubblico. Inoltre, è stato annunciato proprio alla tavola rotonda che il fondo sarà spostato all’Archivio Storico Comunale, che diverrà la sua dimora temporanea in attesa della riapertura di un nuovo museo dedicato al maestro dell’arte cinematografica. Finalmente “una collocazione degna”, ha detto ancora Maisto a proposito di questa sede provvisoria, sottolineando parallelamente che il museo non è ancora “un progetto concreto”, ma “una forte volontà” da parte di questa amministrazione, senza dimenticare le elezioni dell’anno prossimo, “che rimetteranno tutto in gioco”.

Nel frattempo c’è comunque tanto lavoro da fare, a partire dalla catalogazione di questo immenso patrimonio di proprietà del Comune di Ferrara: oltre 46.000 pezzi fra opere, oggetti e documenti relativi alla vita e al lavoro del regista. Materiali complessi ed eterogenei: i suoi film e documentari, le sceneggiature originali e le fotografie di scena, la biblioteca, la discoteca, gli oggetti personali e professionali che parlano delle sue passioni, l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso, da Roland Barthes a Luchino Visconti, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi. Un’operazione tutt’altro che semplice e di breve durata, tanto che si è resa necessaria “una fase preliminare di studio per capire come l’archivio si sia formato e la cronologia di materiali”, ha spiegato Maria Luisa Pacelli. Quest’archivio, infatti, è particolare da più punti di vista: per la composita natura dei materiali, che necessitano di descrizioni diverse sempre senza perdere di vista il complesso di cui fanno parte, ma anche per la complessità delle vicende vissute, come i rimaneggiamenti per mano degli eredi e per mano di Antonioni stesso nelle varie fasi della sua vita e della sua carriera, la compravendita da parte del Comune di Ferrara e la prima inventariazione.

Questo lavoro si concluderà entro marzo 2014, poi si procederà con la vera e propria catalogazione e in seguito “con la digitalizzazione” dei materiali. Per quanto riguarda il futuro museo, secondo la direttrice la mostra dei mesi scorsi è stata la dimostrazione dello stretto rapporto dell’opera di Antonioni con le arti visive e questo dovrebbe essere il punto di partenza: “bisognerà ragionare molto anche in chiave di arte contemporanea” per integrare il materiale scritto, per questo “stiamo lavorando per acquisire lavori di cinema d’autore e di videoarte” che potrebbero trovare la loro collocazione in questa futura istituzione museale.

Da parte sua l’Università ha ‘contribuito’ con Francesco Di Chiara, professore a contratto vincitore della borsa di studio istituita dai Lions Club di Ferrara, che si sta occupando della fase preliminare di ricognizione. Importante però è stato anche l’impegno preso dal direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche Matteo Galli di interpellare il rettore e il direttore amministrativo dell’ateneo sulla (sempre spinosa) questione dei fondi, “perché la scadenza della borsa di Francesco non è lontana” ed è invece fondamentale dare continuità all’opera di valorizzazione del fondo.

Un’opera che, da quanto è emerso a quest’incontro, è ai suoi primi passi, ma che per Ferrara rappresenta allo stesso tempo una grande sfida e un’enorme opportunità.

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