Cento
21 Settembre 2013
Il presidente della Consulta: "C'è stato un danno erariale, lo dimostreremo coi fatti"

Bernardi pronto per l’esposto alla Corte dei Conti

di Redazione | 3 min

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bernardi2Cento. “C’è stato un danno erariale e lo dimostreremo coi fatti, dobbiamo acquisire qualche altro documento poi presenteremo un esposto alla Corte dei Conti”. Non si placa la tempesta tra il ‘compagno detective’ – come è stato “affettuosamente” definito dal Partito dei Comunisti Italiani – Mauro Bernardi e l’amministrazione comunale di Cento, che anzi si arricchisce di una nuova dichiarazione di intenti. E il nodo del contendere, questa volta, sarebbe l’area di sgambamento cani.

Secondo Bernardi, munito delle copie cartacee dei documenti che supportano la sua tesi, nell’aprile 2011, in piena giunta Tuzet, l’amministrazione pubblicò una determina con la quale prevedeva, al costo di 18mila euro, la nascita dell’area di sgambamento presso i giardini dell’area congressi Pandurera. A maggio il sindaco cambia, Lodi vince le elezioni e nomina Pedaci come vicesindaco con delega all’ambiente, tra le altre. Pochi mesi dopo “ci sarebbe stata una riunione, non documentata, che ha ravvisato che sì, un’area di sgambamento serviva, ma sono sorti dei problemi di non chiara natura”.

Il passo successivo avviene nel gennaio 2012, dove durante una riunione — questa volta documentata — “Pedaci afferma che ci sarebbe un progetto precedente alla determina che costerebbe quindicimila euro”. A ottobre arriva poi una risposta del sindaco Lodi a un’interrogazione del consigliere Corvini, alla quale il primo cittadino allega il preventivo di un’impresa del valore di 13.015 euro per la realizzazione dell’area di sgambamento nei pressi dello Spallone. Area di sgambamento che è stata inaugurata il 23 giugno affidando la gestione ad Ata, associazione tutela animali.

A metà dicembre però Ata invia una lettera ai suoi soci: “Abbiamo stipulato un contratto per una casetta da mettere dentro l’area — per la quale era prevista anche la piantumazione degli alberi —, pagando l’anticipo. Successivamente il Comune si è reso conto che l’area predisposta è di proprietà del demanio e non può essere usata per tale scopo”. A tal punto, e si arriva a quest’anno, si arriva all’interessamento dell’Enpa, che chiede alla Regione, vista l’impossibilità di costruire una struttura e la necessità di evitare ai cani la morsa del caldo durante i mesi estivi, di piantare alcuni alberi nell’area.

Regione la quale allerta il Comune e l’Enpa con una lettera a firma di Fernando Petri sostenendo che sull’arginatura e sui banconi dello Spallone, dopo alcuni sopralluoghi, “si è riscontrato che alcuni utilizzi dell’area non sono conformi a quelli autorizzati o hanno determinato un’alterazione delle superfici arginali che potrebbero pregiudiziare la tenuta dello stesso”. E tra questi utilizzi ci sono le strutture dell’area di sgambamento cani, le quali secondo la stessa lettera “vanno rimosse al più presto perché non rispettano le norme sulla pulizia idraulica”.

E la rimozione di quelle opere, dal costo di 13mila euro, sarebbe la causa del danno erariale, ovvero una spesa che non sarebbe dovuta essere stata approvata e che, di fatto, avrebbe fatto perdere al Comune il denaro utilizzato; insieme al fatto che non ci sarebbe stata un’altra determina che abbia modificato lo stanziamento dei fondi e il luogo di costruzione dell’area. E che, salvo novità, sarà l’oggetto dell’esposto alla Corte dei Conti.

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