“Quanta fame hai oggi?”. È lo slogan con cui ErGo pubblicizza i costi delle mense. Uno slogan però che non piace a tutti. Non piace in particolare agli studenti della Rete Universitaria Attiva UdU Ferrara, secondo i quali “la convenzione che ErGo propone agli studenti idonei di borsa di studio lascia perplessi e affamati la maggioranza degli studenti universitari della nostra Regione”.
Ecco i numeri: 6,76 Euro per un pasto completo è il costo della mensa universitaria a Ferrara, “troppo cara per poter mangiare due volte al giorno”. Sei euro, invece, è il costo a Parma nelle due mense “ufficiali “, che sale però vertiginosamente nei locali convenzionati (gli unici per alcune facoltà) dove gli studenti borsisti possono tra l’altro scalare solo fino a 6 euro dalla loro tessera mensa, dovendo poi pagare la differenza in contanti. “Esemplare – spiega il Rua – è il caso della facoltà di medicina, dove più di 2000 studenti sono serviti dalla stessa mensa dei dipendenti dell’ospedale, con un costo oscillante tra i 12 e i 13 euro”.
Le UdU di Parma, Ferrara e Forlì denunciano quindi “l’eccessivo costo delle mense convenzionate con ErGo, le più care d’Italia. Al momento della richiesta di borsa di studio agli studenti viene proposta la conversione di un tot di borsa di studio in “buono pasto”; molti studenti accettando questa “offerta” si sono trovati così ad investire una cifra tra i 220 e i 550 euro”.
A questo punto sono opportuni un paio di calcoli. Li fanno gli stessi studenti: “convertendo 550€ in buoni pasto, ErGo ne aggiunge di tasca sua 200€; ci troviamo dunque con un tesoretto di 750 € spendibili nelle mense convenzionate. Considerando 6 € a pasto, e considerando che è abitudine degli studenti cibarsi due volte al giorno, ci troviamo con la possibilità di mangiare per ben 63 giorni, arrotondando per eccesso. E’ chiaro che l’attuale sistema non risponde alla domanda degli studenti Emiliano-Romagnoli”.
“Possiamo concludere – accusa il sindacato studentesco – che il servizio mensa è praticamente dimenticato nel pacchetto del Diritto allo Studio amministrato oggi dall’azienda Ergo, soprattutto se confrontato a quello di regioni limitrofe come il Piemonte e la Toscana, che riescono a mantenere i prezzi dei pasti tra i due e i tre euro. Non possiamo che sperare (e chiedere) in un ripensamento del sistema di diritto allo studio in Emilia Romagna, che comprenda un aumento dei servizi e un blocco del processo di monetizzazione che sta avvenendo in questi anni”.
All’apertura della nuova stagione elettorale le UdU di Parma, Ferrara e Forlì chiedono al candidato unico del centro sinistra alla presidenza della nostra regione, Vasco Errani di “mettere in agenda un nuovo modello di diritto allo studio che possa davvero consentire ai capaci e meritevoli di proseguire i propri studi pensando ad una politica di affitti per studenti agevolati da ErGo, mense e convenzioni varie per studenti, trasporti maggiormente accessibili a livello economico e soprattutto l’abolizione dell’idea di borsa di studio come prestito”.
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