Economia e Lavoro
20 Settembre 2012
Mobilitazione dei dipendenti. A fine aprile a rischio 500 esuberi

Vendita Berco: “Lavoratori tenuti all’oscuro”

di Redazione | 5 min

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Copparo. Giornata di mobilitazione presso lo stabilimento Berco: le Rsu hanno indetto una serie di assemblee in sciopero (una per ogni turno di lavoro) della durata di un’ora e mezza ciascuna. Le motivazioni che stanno alla base di questa iniziativa vanno ricondotte a quanto comunicato dall’azienda circa l’aumento della cassa integrazione per il prossimo trimestre, nonché al persistere della mancanza di informazioni da parte dei vertici aziendali, sulle sorti degli stabilimenti del Gruppo.

A margine dell’assemblea tenutasi stamane è stata indetta una conferenza stampa per fare il punto della situazione. “Nonostante siano ormai passati alcuni mesi da quando le voci hanno iniziato a circolare – in apertura Stefano Bondi delegato Fiom-Cigl – ad oggi noi lavoratori siamo tenuti ancora totalmente all’oscuro rispetto alla vicenda che riguarda la vendita di Berco. Abbiamo appreso dal Sole24ore che uno dei possibili acquirenti è il fondo americano One Equity Partners che vede nella propria compagine la banca d’affari JP Morgan; ma al di là dell’identità che avrà il potenziale acquirente – prosegue Bondi – quello che a noi interessa maggiormente è conoscere la dimensione e la tipologia di piano industriale di sviluppo. Il fatto poi che l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, previsto per l’11 settembre, sia stato spostato al 3 ottobre esplicitamente su richiesta di ThyssenKrupp, ci fa capire chi sia la parte debole e meno tutelata di tutta questa vicenda. A questo incontro ci teniamo in modo particolare – incalza Bondi –  in quanto è in questa occasione che si darà vita al tavolo delle trattative che coinvolgerà, oltre al Ministero stesso, i sindacati, la ThyssenKrupp e le istituzioni comunali, provinciali e regionali”.

Stando ai numeri riportati in conferenza, ad oggi la fabbrica è in sottoproduzione non solo rispetto alla propria capacità che si aggira attorno alle 230/240.000 tonnellate annue, ma con le sue 120.000 tonnellate prodotte sarebbe addirittura al di sotto di quanto previsto dal piano industriale concertato a suo tempo con i vertici aziendali, ovvero 180.000 tonnellate.

“Il 30 aprile 2013 – prosegue il delegato Fiom-Cigl – scadrà il piano industriale e l’azienda non potrà più ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Ai livelli produttivi attuali quindi, facendo un calcolo prospettico, si potrebbe parlare di un esubero di  circa 500 lavoratori”.

I contratti di solidarietà potrebbero rappresentare dunque il paracadute di emergenza per frenare il tracollo occupazionale che si potrebbe verificare tra qualche mese, se non fosse che ThyssenKrupp si è già espressa negativamente riguardo all’utilizzo di questi strumenti. “Sarà proprio in questa fase – conclude Bondi – che i sindacati dovranno far ricorso a tutte le capacità di contrattazione di cui dispongono; tuttavia è necessario che vi sia un forte appoggio istituzionale e politico da parte dei soggetti interessati”.

Anche Guido Guberti della Ugl pone l’accento su questo punto: “ad oggi traspare un senso di superficialità che caratterizza le posizioni degli amministratori locali riguardo al caso Berco. Questa azienda – prosegue il delegato Ugl – è una realtà troppo importante perché la politica possa permettersi di prendere con leggerezza il suo futuro, soprattutto visti i segnali poco confortanti che arrivano dalla proprietà. Le istituzioni – conclude Guberti – devono quindi alzare la voce e schierarsi apertamente a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. Questo problema non riguarda solo la politica copparese ma dell’intera provincia di Ferrara, del Polesine e della Regione”.

A fargli eco è Giampaolo Borelli della Fim Cisl: “la situazione di Berco è certamente sottovalutata dalle istituzioni e dalla politica locale che non si stanno esponendo a sufficienza per cercare chiarimenti e supportare i lavoratori. Questa inerzia purtroppo riguarda anche parte delle maestranze che non hanno aderito alle iniziative odierne. Inoltre l’azienda, come accennato nell’intervento dei miei colleghi, sta diminuendo la produzione. Ciò è sicuramente dovuto al periodo di crisi globale, come ci è continuamente ricordato dai vertici, ma siamo convinti che il calo di commesse sia anche connesso all’incertezza che i clienti, anche quelli storici, hanno rispetto al futuro di Berco. Per il bene di tutti – conclude Borelli – occorre quindi al più presto fare chiarezza”.

Riguardo alle conseguenze che la vicenda potrebbe avere per le famiglie del territorio, ne parla Michele Lovisari della Ugl nonché vicesindaco di Guarda Veneta, in provincia di Rovigo: “il nostro territorio ha già vissuto una situazione analoga durante la crisi della Bassano Grimeca. In quell’occasione infatti il ridimensionamento produttivo ebbe conseguenze negative su tutto il Polesine e molte famiglie si trovarono in situazioni economiche molto delicate. Vorrei sollecitare l’intervento istituzionale affinché questo non si verifichi nuovamente con Berco perché le sorti di questa azienda interessano moltissime famiglie del territorio ferrarese e rodigino.”

In chiusura riprende la parola il delegato Fiom Cigl Bondi per invitare tutta la popolazione a recarsi davanti gli stabilimenti Berco nella giornata di mercoledì 3 ottobre: “in concomitanza con l’incontro che si terrà  presso il Ministero dello Sviluppo, la Rsu ha organizzato dei sit-in dalle 10 alle 12 davanti agli stabilimenti di Copparo, Castelfranco Veneto, Bussano e Sasso Morelli affinché tutti i cittadini e le istituzioni possano manifestare la propria vicinanza ai lavoratori in un momento così delicato. Lo scopo delle iniziative che stiamo portando aventi va proprio nella direzione di sensibilizzare la popolazione del territorio ad interessarsi alla vicenda e a pretendere che vengano fornite informazioni chiare e tempestive”.

Nel finale gli intervenuti hanno precisato che la Uil ha emanato un comunicato disgiunto, esposto nelle bacheche presenti all’interno dello stabilimenti, dal quale si apprende che pur condividendo i sentimenti dei lavoratori aderenti alle iniziative di oggi, “…riteniamo le decisioni prese dalla altre organizzazioni sindacali non adeguate allo stato delle cose, in quanto riguardo alla cessione ad oggi di certo non c’è niente, né sul possibile compratore (si fanno due nomi), né sull’eventuale piano industriale futuro del dopo cessione”.

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