Politica
16 Febbraio 2012
Alcuni immobili sono esenti anche se non destinati esclusivamente al culto

Ici, i radicali smentiscono la Diocesi

di Redazione | 3 min

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Si sono sguinzagliati i radicali ferraresi, alla ricerca di immobili – eventualmente di proprietà della Diocesi ma non destinati a fini esclusivamente di culto – esenti dall’Ici. A smuoverli le dichiarazioni di monsignor Danilo Bisarello, segretario presso il Consiglio diocesano degli affari economici e direttore dell’Ufficio amministrativo diocesano, il quale nel dicembre scorso dichiarò ad un quotidiano locale che la Diocesi “può girare a testa alta” perché paga l’imposta sugli immobili non destinati esclusivamente al culto.

“Siamo saliti in sella alla bicicletta – raccontano il presidente Mario Zamorani e il segretario Paolo Giubelli – e abbiamo compilato una lista di una ventina di immobili che immaginavamo potessero appartenere alla Diocesi”. Tra gli altri, il Seminario dell’Annunciazione (via Fabbri 412), ‘Il Cenacolo’ (via Fabbri 414), la Scuola d’infanzia ‘Gesù Bambino’ (via Castel Tedaldo 8), il Liceo ‘Canonici Mattei’ (corso Ercole d’Este 15-15a, via Armari 2-4), una scuola secondaria (via Roverella 4), l’Istituto ‘San Vincenzo’ (piazza Ariostea 10-12, via Fossato 13, via del Gregorio 14-16), la ‘Casa Bovelli’ (via Montebello 8), l’Istituto ‘Sacro Cuore’ (via Borgo di sotto 49, via Madama 40a), San Girolamo dei Gesuati (via Madama 40a), il Campus universitario ‘Collegio don Calabria’ (via Borsari 4-4b) e due immobili non meglio definiti, uno in via Montebello 46 ed uno in via Borsari 4c.

Il 13 dicembre presero allora carta e penna, mandarono l’elenco all’assessore comunale al Bilancio Luigi Marattin e gli chiesero se quegli immobili fossero esenti dall’Ici e, in quel caso, il perché dell’esenzione. La risposta arrivò una decina di giorni dopo: tutti quelli della lista sono esenti, tranne uno sito in via Savonarola 26, “ma l’assessore – nota Zamorani, pur ringraziandolo – non ci disse sulla base di cosa lo sono”.

Così, i radicali decidono di fare un video, pubblicato su Youtube. “Abbiamo fatto un po’ gli investigatori – scherzano Giubelli e Zamorani –, telefonando in tre di questi posti per sapere quali sono i servizi offerti, se sono accessibili a chiunque e quanto costano”. Già, perché quello che i radicali sostengono con il filmato è che “l’esenzione crea concorrenza sleale”.

Nella prima telefonata, si cerca una camera singola a San Girolamo dei Gesuati, disponibile per 50 euro comprensivi di prima colazione, mentre la doppia ne costa 66, sempre colazione inclusa. 50 euro, comprensivi di Iva, costa l’affitto di una stanza per mezza giornata, che diventano 120 (sempre Iva inclusa) per la giornata intera. “L’antico convento – ricorda Zamorani – divenne un albergo dopo un investimento di un milione e 800mila euro pubblici in occasione del Giubileo. E pensare – scherza – che i Gesuati hanno tra le loro regole l’osservanza della povertà assoluta!”.

La seconda chiamata è al Seminario, alla ricerca di una camera singola da affittare per il prossimo settembre (“abbiamo scoperto in questa occasione che è possibile alloggiare lì”). Sono 320 euro al mese per una stanza con bagno, tutto compreso: luce, acqua, gas, riscaldamento, “un’ottima colazione”, rete wireless.

L’ultima telefonata è a ‘Il cenacolo’, sempre alla ricerca di una singola con bagno, ma senza che il richiedente riesca ad ottenere verbalmente l’informazione cercata. Dal sito risultano però 35 euro a notte per una doppia uso singola e 50, sempre a notte, per una singola; tariffe comprensive di prima colazione, riassetto stanza e connessione Internet.

“Non siamo qui per esprimere la nostra opinione, se cioè la Chiesa sia tenuta o meno a pagare l’Ici su quegli immobili – specifica prudente Zamorani in conferenza stampa –: la normativa è di tale complessità che è difficilissimo pronunciarsi su questo. E non siamo nemmeno sicuri che tutti gli immobili di quell’elenco siano di proprietà della Chiesa, non vogliamo essere attaccati per imprecisioni su tale punto. Siamo invece qui – conclude – per smentire Monsignor Bisarello: la Diocesi è esentata dall’Ici anche per immobili in cui il culto non è praticato”.

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