Politica
27 Dicembre 2011
Dalla documentazione il grillino vanterebbe addirittura dei soldi dal Comune

Rimborsi chilometrici, Tavolazzi va a credito

di Marco Zavagli | 4 min

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Il pedinamento si era fermato a metà. Da qui probabilmente nasce l’inciampo che sembra tradursi in una gaffe politica e, vista la notifica alla procura, giudiziaria. Valentino Tavolazzi torna sui rimborsi chilometrici ritenuti non dovuti dal Pd e promette che la vicenda finirà nelle aule giudiziarie. Questa volta per le querele che afferma di aver già affidato ai suoi legali.

Dopo la conferenza denuncia di Francesco Portaluppi e Simone Merli del Pd contro il consigliere di Ppf su presunti “illecito contabile o reato commesso da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni” (vai all’articolo), Tavolazzi ha acquisito la documentazione relativa a quanto gli veniva contestato.

La sua autodifesa è già stata resa nota: il luogo da cui il consigliere si recava in municipio era Francolino e la dimora abituale, come da normativa in materia, è quella utile a identificare il diritto il rimborso chilometrico (vai all’articolo).

“I due segugi Pd-L hanno visto solo un pezzo del viaggio”, rimbrotta Tavolazzi in riferimento alle indagini “ciclistiche” di Portaluppi e Merli. I due consiglieri notarono una sera il grillino salire in bicicletta e fermarsi in via Calcagnini, che scopriranno in seguito essere la sua residenza anagrafica. “Siamo davvero al ridicolo – prosegue Tavolazzi -, perché in quella viuzza riprendo la mia auto parcheggiata per tornare a Francolino, dopo aver riposto la bici nella cantina del mio monolocale”.

Caduta l’accusa di aver gonfiato la lista spese di 609,05 euro, l’analisi della documentazione riserva un capovolgimento di fronte: è addirittura Tavolazzi a vantare crediti dal Comune di Ferrara. Partiamo dai moduli per la richiesta di rimborso. Quelli relativi ai mesi contestati (da luglio a ottobre del 2009) “sono stati ridigitati al computer dall’ufficio” competente, mentre gli altri risultano scritti a mano dal consigliere, “ed i miei originali sono andati smarriti”. Proprio nel modulo di settembre 2009, “tra gli originali smarriti”, sottolinea il diretto interessato, c’è il primo doppio rimborso contestato. A questo punto Tavolazzi si riserva di verificare “nell’agenda del 2009 (se la trovo), se le due riunioni si siano tenute entrambe nel pomeriggio, o una la mattina e l’altra il pomeriggio. In quest’ultimo caso, qualora fossi tornato a casa a pranzo, il rimborso (5,5 euro per andata e ritorno) sarebbe regolare e dovuto”.

Venendo ai controlli da parte dell’ufficio, “è dimostrato che venivano fatti di prassi. “In diversi moduli – spiega il consigliere – ci sono note di controllo sulla fondatezza della richiesta, ci sono vari “ok” dopo verifica, ci sono date doppie cancellate”. Non solo: “nel modulo di dicembre 2010, c’è manoscritta una mia nota relativa a due commissioni nella stessa data, che recita: ‘Stessa data, un solo viaggio, essendosi tenute, come di norma, entrambe nel pomeriggio’”. Un appunto che testimonierebbe “la mia buona fede e l’implicito invito all’ufficio, a controllare le eventuali date uguali, possibile errore materiale”.

Quanto agli altri due doppi rimborsi (del 17.3.10 e del 26.10.10) “li controllerò nei prossimi giorni, anch’essi con agenda alla mano”. Tavolazzi avverte però che nell’ipotesi che si trattasse di tre effettivi errori materialinon corretti dall’ufficio (quindi sfuggiti anche a loro) e pagati doppi, avrei riscosso indebitamente 16,5 euro”.

In ultimo un piccolo colpo di teatro, quello che rende  la vicenda alquanto grottesca: “dall’esame dei documenti – prosegue Tavolazzi – è emerso che un mese intero (aprile 2011) non mi è stato liquidato, o perché non l’ho richiesto, o perché il modulo è andato disperso. Dalla mia agenda risulta che in quel mese ho partecipato ad una decina di commissioni e consigli. Dunque sono a credito del Comune di circa 55 euro.

Calcolatrice alla mano ne esce che anche “qualora risultassi responsabile dei tre errori materiali, non corretti dall’ufficio, rimarrei a credito di 38,5 euro”.

Dai conti risolti ora Tavolazzi pensa ai conti in sospeso, che riguardano “le accuse pesanti ed infamanti” che ritiene di aver ricevuto. “Questa volta sarò durissimo – promette – con chi ha tentato di infangare la mia reputazione e quella di tutto il Movimento”.

La lista di proscrizione continua infine con un altro consigliere comunale del Pd, Enrico Balestra. Che su Facebook ha scritto, a proposito della querelle, che Tavolazzi “o ha dichiarato il falso al fisco per eludere l’Ici sulla seconda casa oppure ha dichiarato il falso al Comune per appropriarsi di rimborsi indebiti” (parola riportate sul sito di Ppf). “Enrico Balestra – scrive la lista Progetto per Ferrara nella sua home page – è consigliere comunale del Pd e presidente del comitato provinciale di Uisp Ferrara. Ne chiediamo le dimissioni da entrambi gli incarichi perché la sincerità dovrebbe essere primo requisito per svolgere incarichi pubblici o dirigenziali. Tavolazzi paga l’Ici per tutte le abitazioni di sua proprietà”.

Pronta la replica, sempre sul sito dei ‘grillini’, del consigliere: “questi sì che sono attacchi personali e non politici. Non so come voi possiate permettervi di usare informazioni private rivolte ai miei amici su un profilo non pubblico. Continuo a non capire – aggiunge – cosa c’entri il mio lavoro in Uisp, dove lavoravo da molto prima della mia elezione in consiglio”.

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