“La matrice del futurismo è ancora attiva e Roby Guerra è il suo clone e agitatore numero uno” (Giovanni Tuzet). Così il critico e redattore di Argo, storica rivista bolognese letteraria d’avanguardia (anche Wu Ming 2 tra i collaboratorii) ha in questi giorni “certificato” il futurista ferrarese Roby Guerra, alla fine della recensione di Nuovi Futuristi Nuovi Umanisti (Este Edition).
In quest’ultimo lavoro Guerra ha esplorato in chiave letteraria (manifesti e poesie) il nuovo futurismo contemporaneo che ha per promotori anche il celebre performer Graziano Cecchini, l’internauta Antonio Saccoccio, i transumanisti futurologi Riccardo Campa e Stefano Vaj. Proprio l’11 novembre corrente ( numero simbolo di Marinetti), quest’ultimi e Guerra hanno lanciato il Manifesto del Futurismo Smodato, primo di una serie dedicato ai nuovi scenari socioartistici contemporanei e prossimo venturi.
Da segnalare, anche, tra i continuatori aggiornati del futurismo gli stessi Antonio Fiore Ufagrà con lo stesso Guerra a suo tempo nel giro della rivista storica romana del futurismo del secondo novecento promosso da Enzo Benedetto Record, già giovanissimo collaboratore del futurismo anteguerra di Marinetti in carne ed ossa.
E anche il minimalista Riccardo Roversi (anche noto editore e giornalista ferrarese) in quegli anni attraversò il futurismo con diversi contributi al periodico. Lo stesso Tuzet (originario di Ferrara) è tra i poeti e critici promotori del nuovo futurismo che ha finora esplorato con la trilogia 365 (1 e 2 per la Liberty House di Lucio Scardino e 3 per Raffaelli).
Guerra già rilanciato da Argo nel 2008 con alcuni testi, con questa bella recensione, per la cronaca per nulla esegetica, anzi anche critica per certa cifra più sintetica che analitica attribuita allo scrittore, in ogni caso è presentato oggi come l’autore doc neofuturista dal punto di vista strettamente letterario.
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