Economia e Lavoro
11 Settembre 2023
Il progetto è finanziato per 8mila euro ciascuno dai due enti e prevede un assegno di ricerca. E spunta un dato curioso sul turismo di dieci anni fa

Studio Unife su Springsteen? È in realtà una convenzione spesata da Comune e Ascom

di Redazione | 4 min

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Non si tratta di uno studio concentrato sull’eventuale indotto portato in città dal concerto di Bruce Springsteen dello scorso 18 maggio come aveva detto il sindaco Alan Fabbri. Lo studio cui accennava il primo cittadino è in realtà una convenzione tra Comune, Ascom e Unife che mira a valutare l’impatto economico generato dall’Università di Ferrara e dai grandi eventi sul territorio comunale di Ferrara nel corso di 12 mesi.

I primi dati diffusi a inizio luglio dallo staff comunicazione del sindaco parlavano di oltre 10,3 milioni di euro quale stima dell’indotto economico complessivo del concerto.

Quei dati, sicuramente veritieri, però, non sono mai stati ai media per poterli verificare. Abbiamo quindi cercato di avere qualche informazione in più da offrire ai lettori.

Ed ecco il punto di partenza. Anzi, due punti di partenza: la convenzione istituzionale tra il Comune e il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara e identica convenzione tra Ascom e Unife. Le due convenzioni, speculari, sono state illustrate e approvate all’unanimità nella seduta del consiglio di dipartimento del 1° marzo.

Oggetto delle convenzioni è “una cooperazione finalizzata al conseguimento di obiettivi comuni coerenti con le finalità istituzionali degli enti”, che prevede “l’istituzione di un assegno di ricerca sul tema individuato come ambito di interesse comune per le funzioni istituzionali di entrambi gli enti”.

L’ambito di ricerca individuato è “la valutazione dell’impatto economico generato dall’Università di Ferrara – e quindi dalla presenza dei suoi quasi 30mila iscritti – e dai grandi eventi sul territorio comunale di Ferrara”.

Ne aveva parlato, in maniera molto trasparente, l’assessore Alessandro Balboni in tempi non sospetti. L’assessore ai rapporti cn l’Università spiegava che la convenzione, oltre a vagliare l’impatto di grandi eventi a partire dal concerto del Boss, sarebbe stata utile per “approfondire le conoscenze circa le ricadute economiche che la presenza di un così elevato numero di studenti, in continuo incremento, porta e può continuare a portare in futuro per Ferrara”.

Tornando all’accordo, da parte sua il Comune si è impegnato a contribuire alle spese per 8.000 euro, quale “supporto alle attività istituzionali del Dipartimento stesso” e “non confluisce nei proventi delle attività svolte da Unife sul mercato ed è erogato con la sola finalità di parziale ristoro per i costi di personale e struttura sostenuti dal Dipartimento”.

La convenzione ha durata di 12 mesi, con possibilità di rinnovo per ulteriori periodi di pari durata. Lo stesso vale per la convenzione stipulata da Ascom.

Questo è quanto si può aggiungere alle scarne informazioni fornite dallo staff comunicazione del Municipio. Ora viene un particolare curioso. Referente scientifico dello studio per il Dipartimento di Economia e Management è il prof. Stefano Bonnini.

E proprio il professor Bonnini aveva condotto indagine similare dieci anni prima. Quella ricerca venne presentata nel novembre 2014 nell’ambito del workshop “Marketing e creazione del valore per il territorio”.

La ricerca aveva preso in considerazione i pernottamenti in città e in provincia tra il 2008 e il 2013, anche per vedere quanto la crisi avesse influito nel settore. Particolare risalto nell’esposizione era stato dato ai sette grandi eventi (Buskers, Balloon Festival, Internazionale, Capodanno, Palio, Ferrara Sotto le Stelle e mostre ai Diamanti) che ogni anno animavano Ferrara e a quanto, queste manifestazioni, aiutassero il sistema turistico e rendessero più attrattiva la città.

L’offerta alberghiera cittadina segnava allora tra il 2008 e il 2013 un -11,49%. Dati sorprendenti arrivavano invece dall’offerta extralberghiera (b&b, affittacamere) che nei sei anni presi in esame ha avuto un incremento del 31,15% in città e ben del 45,86% in provincia. Ancora più positivo l’incremento degli agriturismi che nel comune di Ferrara segnano addirittura un + 60,23.

Molto interessante era anche l’apporto che le sette grandi manifestazioni ferraresi annuali davano a tutto il settore turistico incidendo in particolare sulle presenze e sui pernottamenti. “Nel triennio 2010-2012 le presenze giornaliere medie si sono attestate intorno alle mille unità. – rivelava proprio Stefano Bonnini -. I mesi con il più basso afflusso di turisti si concentrano tra novembre e febbraio, mentre i mesi più turistici si sono dimostrati aprile, maggio, settembre e ottobre. In corrispondenza degli eventi big, in città si assiste ad un importante aumento del numero di arrivi e presenze che fanno raggiungere quota duemila ai pernottamenti giornalieri”.

È di rilievo notare che a livello provinciale le presenze medie giornaliere oggi, nel periodo gennaio-giugno 2023, sono notevolmente calate: si è passati dai circa 300mila agli attuali 230mila.

Già allora ai campioni di turisti intervistati venne chiesto quali fossero, a loro avviso, le carenze e le cose da migliorare a Ferrara. Tra le varie risposte si erano riscontrato “la mancanza di qualche motivo in più per soggiornare qualche giorno in più, la scarsa garbatezza del personale alberghiero e ricettivo, l’inaccessibilità di molti luoghi d’arte per inagibilità e la scarsa promozione delle straordinarie tipicità enogastronomiche ferraresi che sono molto apprezzate dal turista. I punti di forza nella percezione del turista erano invece quella di una Ferrara a misura d’uomo e museo a cielo aperto”.

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