Mesola. Un’ora di interrogatorio in cui ha delineato la propria posizione. È quella a cui ieri mattina, venerdì 14 luglio, dopo che gli è stato notificato l’avviso di fine indagini, ha chiesto di sottoporsi il 53enne titolare della palestra di Bosco Mesola dove, lo scorso dicembre, i carabinieri di Comacchio e i Nas avevano trovato 100 grammi di cocaina e un etto hashish, oltre a numerosi farmaci (senza prescrizioni mediche) e sostanze dopanti.
Davanti alla pm Barbara Cavallo, titolare del fascicolo di indagine, l’uomo – difeso dall’avvocato Denis Lovison – ha raccontato la propria versione dei fatti, che al momento lo vedono indagato per i reati di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio – trovati dai militari dell’Arma durante la perquisizione, in un vano ricavato in un controsoffitto -e assunzione di sostanze dopanti, nello specifico anabolizzanti.
Oltre a lui, in quella circostanza, venne denuncia a piede libero per detenzione di droga e ricettazione anche un fisioterapista che era residente nel Comacchiese. Nella sua disponibilità sono stati trovati oltre 300 grammi di marijuana, ma soprattutto svariate confezioni di farmaci: alcuni detenuti senza prescrizione medica; altri vietati, perché ritenuti particolarmente pericolosi per la salute e utilizzati per alterare le prestazioni dei culturisti.
Attualmente, il 53enne è ristretto agli arresti domiciliari e il suo legale difensore fa sapere che nei prossimi giorni farà istanza per provare a ottenere la modifica della misura: “L’interrogatorio è andato bene – commenta Lovison – e ci ha permesso di delineare e alleggerire la nostra posizione. Pertanto proveremo prossimamente a chiedere una misura meno afflittiva che possa permettere al mio assistito di tornare a vivere e lavorare”.
Contestualmente a questo filone di indagine, il titolare della palestra risulta essere indagato – insieme al fisioterapista – anche per la scomparsa di Elia Ricci, il pescatore di Goro di 26 anni che si è spento all’improvviso lo scorso 16 dicembre per un malore dopo una serata passata con gli amici. Elia era un culturista e, questo il timore degli inquirenti, potrebbe aver assunto sostanze dopanti dannose per il suo organismo.
Per far luce su questo aspetto è stata eseguita l’autopsia sul corpo e il reato ipotizzato è morte in conseguenza di altro reato.
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