Comacchio. Li hanno fermati i carabinieri forestali che ancora erano a bordo del loro furgone, mentre se ne stavano andando dal luogo in cui avevano appena pescato in maniera illegale oltre cento esemplari di pesci.
Sono stati scoperti così i tre bracconieri di nazionalità rumena, finiti alla sbarra per il reato di pesca illegale in concorso relativo ad alcuni fatti risalenti al 25 marzo 2021 quando, nel Comacchiese, utilizzando un elettrostorditore, avevano prima ucciso e poi messo nel sacco diversi chili di pesce.
In totale, gli esemplari catturati erano stati 108, tra cui 54 carpe, 2 siluri e un pesce gatto americano.
Una volta finiti davanti al giudice, i tre – che hanno 55, 32 e 46 anni – hanno prese tre strade processuali diverse. Solo uno di loro, infatti, ha scelto di proseguire con rito ordinario, mentre le posizioni dei restanti due sono state stralciate: in un’occasione ancor prima di arrivare in tribunale, nell’altra dopo aver scelto il rito abbreviato.
Ieri (19 giugno) in tribunale a Ferrara, il giudice Alessandra Martinelli ha sentito le testimonianze sia del professore universitario di Bologna che si è occupato delle analisi istopatologiche sulle carcasse degli animali pescati che del carabiniere forestale intervenuto in quella circostanza, che ha riferito di aver visto animali “con occhi fuori dalle orbite ed evidenti bruciature“.
Al termine dell’udienza, il processo è stato rinviato all’11 settembre, quando in aula sarà chiamato a raccontare la propria versione dei fatti l’imputato che ha scelto il rito ordinario. A seguire si dovrebbe tenere poi anche l’eventuale discussione e sentenza da parte del tribunale.
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