Il carcere non è adatto a Sandro Biondi. L’uomo di 52 anni che lo scorso 23 febbraio ha soffocato la madre, l’80enne Maria Luisa Sassoli, nel sonno mentre era nel letto della loro casa di via Argante, al Barco, uscirà presto dall’Arginone.
La perizia, affidata dal pm Andrea Maggioni allo psichiatra Luciano Finotti, certifica che il 52enne fosse capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio.
L’uomo non è ritenuto socialmente pericoloso. Il sui stato psichico presenta, secondo il consulente della procura, un disturbo di tipo ansioso depressivo e una complessa struttura di personalità con elementi costitutivi di vari disturbi della personalità.
A fronte di questo il medico ha suggerito un percorso terapeutico riabilitativo residenziale, quindi al di fuori del carcere, con eventualmente un supporto farmacologico per velocizzare il recupero per aiutarlo nelle interazioni sociali.
Già in carcere Biondi, infatti, solo dopo un iniziale periodo di chiusura in sé stesso e difficoltà a relazionarsi con chi lo circondava, aveva ripreso a mangiare e ha iniziato anche a interloquire con i suoi familiari, il padre e il fratello.
L’avvocato che lo assiste, Monica Pedriali, ha già individuato alcune strutture, che “però sono lontane – spiega – e lui preferisce strutture più vicine per poter mantenere vivi gli unici rapporti che ha, vale a dire quelli con i suoi familiari”.
Alla luce di ciò si prospetta un incontro a tre con il pubblico ministero e lo psichiatra per verificare quale sia la struttura più idonea”.
A giorni l’avvocato Pedriali presenterà richiesta di modifica della misura di custodia in carcere.
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