“Non posso accettare che il mio nome sia accostato alle oscenità che ho letto in questi giorni. L’unica risposta alle falsità e alle strumentalizzazioni del Pd e dell’estrema sinistra sono le querele“.

A parlare, dopo le ultime reazioni del mondo politico ferrarese e nazionale all’inchiesta di Estense.com sulle chat neofasciste scambiate tra persone vicine all’amministrazione comunale, è il vicesindaco Nicola Lodi.

“Non ho niente a che vedere con manifestazioni, esternazioni o fantomatici gruppi neofascisti – specifica Lodi – e la ricostruzione dell’estrema sinistra è fantasiosa e infamante. Dovrebbero vergognarsi perché dipingono la città come un covo di fascisti. Questa è gente che vuole male a Ferrara”.

“Non accetto che si possa, anche solo lontanamente, accostare il mio nome – prosegue – a chi pronuncia cose orrende all’indirizzo della comunità ebraica o di Liliana Segre, a cui va tutto il mio rispetto, la mia vicinanza e la mia solidarietà. La mia cultura politica e il mio agire amministrativo sono lontani anni luce da certe visioni. Non conosco nessun gruppo neofascista e mi dissocio da chiunque si professi tale, né sono mai stati previsti contributi o locali pubblici a presunte associazioni organiche, da cui peraltro, neanche risultano richieste in tal senso”.

Lodi poi sottolinea: “Il mio ufficio in questi anni (e il mio telefono) sono stati, sono, e saranno a disposizione di chiunque voglia portare progetti e proposte di qualità per la città o segnalazioni di problemi e necessità. Ho parlato e continuerò a parlare con chiunque, anche con tante persone di sinistra, che mai mi voteranno, ma che nei miei riguardi e per il mio lavoro hanno sempre manifestato rispetto (non di rado anche condividendo qualche scelta)”.

“Quereliamo – conclude – tutte le voci diffamatorie che, soprattutto in ambito Pd ed estrema sinistra, ancora una volta pensano di fare propaganda evocando spettri del passato. È ora di chiudere la stagione delle bassezze e delle falsità. Si impegnassero nel dare contributi costruttivi alla città, invece di infangare le persone e di gridare sempre al complotto“.