Figli.
Perché un attimo prima non c’è niente (per l’uomo) e un attimo dopo appaiono, sono vivi, si muovono, mangiano, piangono, ridono, fanno la cacca e altre mille cose: non puoi fuggire, li devi accudire ed assistere, robe da matti…
Sono felice dei miei due figli, Antonio e Teresa.
In questo periodo natalizio mi va di parlare di loro e non per vantarmi, ma per condividere quello che sento. Entrambi sono giovani capaci e motivati che stanno perseguendo i loro sogni con passione e dedizione.
Antonio, il mio figlio maggiore, è un ragazzo *sensibile (non alla Giusva), è bravo e ha sempre dimostrato un grande impegno negli studi. Si è diplomato al liceo Ariosto con il massimo dei voti e ora studia Cooperazione Internazionale all’Università di Bologna. Attualmente sta trascorrendo un periodo di studio all’estero a Utrecht, grazie al programma Erasmus, all’ora di cena fa il porta vivande con la sua bicicletta elettrica in centro città.
Sono fiero dei suoi successi e della sua determinazione.
Teresa, mia figlia più giovane, è uno spettacolo di figlia! Da piccola la chiamavamo il nostro prosecco… Diplomata al liceo Carducci con ottimi voti, ora studia al Dams a Bologna.
La sua creatività e la sua passione per l’arte sono sempre state evidenti e sono felice di vederla inseguire i suoi sogni. Teresa è una giovane donna talentuosa e motivata che ha un grande futuro davanti a sé. Racconto un fatto avvenuto quando era piccola. Andammo insieme al cimitero per farle vedere chi erano i suoi nonni e alcune mie amicizie scomparse. Appena entrati la vidi che si mise seria seria e incominciò ad essere triste, poi l’espressione si fece ancor più disperata, fino a sfociare in un pianto, a dire il vero non tanto credibile.
Le chiesi “ma Tere cos’hai?”
Papà, ma non vedi quanti morti ci sono?. Le risposi: “Ok, ma non devi disperarti per ogni morto presente al cimitero…”. Lei mi guardò con la sua faccia da furba e mi rispose: “Ah, d’accordo” e corse via spensierata, senza nemmeno un problema. Se non è arte questa ditemi cosa può essere.
Sono estremamente soddisfatto di entrambi i miei figli e sono grato per la loro presenza nella mia vita. Ancora oggi non mi sento sicuro di poter riuscire a fare il padre a due giovani così meravigliosi, penso che non sia facile per nessuno, ma per me, dico io, operaio metalmeccanico con la terza media, forse è ancora più difficile vivere questi sentimenti.
Averli potuti sostenere fin qui mi dà un senso di amore nei loro confronti che non ha fine, sono ansioso di vedere cosa il futuro riserva per loro.
Cari figli, se un giorno leggerete, ricordatevi che siete molto amati.
Con piacere ho condiviso queste sensazioni, auguro a tutti i lettori di Estense un felice Natale e un buon inizio 2026!
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