Cronaca
11 Novembre 2025
Esclusi il guasto meccanico e le eventuali responsabilità di terzi. Il velivolo si sarebbe inclinato e avrebbe colpito l'acqua del lago, prima di inabissarsi

Schianto elicottero a Settepolesini. Colpa della nebbia, inchiesta verso l’archiviazione

di Davide Soattin | 3 min

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Settepolesini. Va verso l’archiviazione l’inchiesta che la Procura di Ferrara ha aperto dopo il tragico incidente aereo del 10 ottobre 2023 quando, a Settepolesini, nel territorio comunale di Bondeno, un elicottero Bell 206 decollato dall’aviosuperficie Valsamoggia, a ovest di Bologna, e diretto all’aeroporto di Padova ‘Gino Allegri’ per un volo turistico, precipitò nel lago del Quaternario, nelle vicinanze di una cava di sabbia. Nel violento schianto morirono il pilota, il 73enne egiziano Hazem Bayumi, e il passeggero, il 62enne olandese Philip Hubert Ter Woort.

Gli inquirenti, infatti, dopo aver effettuato gli accertamenti tecnici irripetibili, non hanno riscontrato alcun guasto a livello meccanico del velivolo né individuato ipotesi di responsabilità a carico di terzi. Ad avere un ruolo probabilmente determinante nella dinamica dell’incidente, questa l’ipotesi più accreditata, sarebbe stata la nebbia fitta. A causa della scarsa visibilità infatti, il pilota avrebbe perso l’orientamento e il velivolo – che volava a bassa quota – si sarebbe inclinato, colpendo fatalmente l’acqua del lago, prima spezzandosi e successivamente inabissandosi.

Una ricostruzione che coinciderebbe con quanto riferito dall’Ansv-Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, secondo cui pilota e passeggero – al momento dell’incidente – stavano volando in VFR, ossia col volo a vista, senza la necessità di affidarsi a radioassistenze per la navigazione, un ausilio supplementare e quindi non obbligatorio.

Le regole per i voli VFR, infatti, sono stilate secondo il principio fondamentale del ‘vedere ed essere visti‘ e, in virtù di ciò, vengono fissati dei limiti minimi e massimi di quota, di velocità, di visibilità e di distanza da nubi e ostacoli al suolo, che devono essere rispettati dal pilota affinché possa acquisire e mantenere gli indispensabili riferimenti visivi per evitare in tempo ostacoli o altri aeromobili. Tuttavia, condizioni meteorologiche  avverse – come la nebbia fitta di quel giorno – potrebbero compromettere la visibilità, rendendo difficile l’individuazione tempestiva dei pericoli.

Il tragico incidente era avvenuto attorno alle 11, come affermato da alcuni testimoni, tra cui una signora che aveva raccontato di aver visto l’elicottero passare a una certa altezza prima del violento schianto. Sin da subito, dopo aver aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti, la pm turno Barbara Cavallo – titolare del fascicolo di indagine – aveva avviato una corposa attività di indagine, nominando come proprio consulente tecnico il comandante Stefano Benassi, uno dei maggiori esperti specializzati nel campo degli incidenti aerei a livello nazionale.

Contestualmente, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Ferrara, insieme ai Ris di Parma, avevano avviato accertamenti informatici sui dispositivi elettronici del pilota, tra cui il computer e il telefono cellulare, ritrovati dai sommozzatori dei vigili del fuoco, impegnati anche nelle ricerche dei pezzi di velivolo. Gli esami medico legali e tossicologici sui corpi di Ter Woort e Bayumi – recuperati rispettivamente il 12 ottobre e il 2 novembre – erano risultati negativi, mentre le ulteriori analisi tecniche avevano inoltre escluso l’ipotesi di un’esplosione in volo dell’elicottero.

Bayumi, descritto come pilota esperto e dal sangue freddo, era un imprenditore noto a livello nazionale e internazionale. Ter Woort invece aveva avuto numerosi impieghi nel campo della finanza mondiale e da poco era andato in pensione, avendo come ultimo incarico quello di direttore della European Bank for Reconstruction & Developement con incarichi in Libano, Giordania, Cisgiordania e Gaza. I due, legati da una profonda amicizia, quel giorno di ottobre erano attesi a Padova, da dove avrebbero poi proseguito per una gita a Venezia. Lì purtroppo non ci sono mai arrivati.

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