Cronaca
7 Novembre 2025
La donna, oggi in carcere per l'omicidio del figlioletto di un anno, è stata condannata a un anno e nove mesi. La difesa non ci sta: "Faremo appello"

Stalking e botte all’ex, ancora una condanna per Amanda Guidi

di Davide Soattin | 3 min

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Portomaggiore. Accusata di stalking e lesioni nei confronti dell’ex fidanzato, un 61enne ferrarese che avrebbe aggredito all’esterno di un bar di Portomaggiore dopo averlo offeso e minacciato, nella mattinata di venerdì 7 novembre, la 33enne ferrarese Amanda Guidi – già nota alle cronache giudiziarie locali – è stata condannata in primo grado a un anno e nove mesi di pena dalla giudice Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara, che le ha comunque riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti a tutte le aggravanti.

L’accusa parlava di offese e minacce di morte – al telefono e faccia a faccia – che la donna avrebbe lanciato più e più volte all’ex compagno, mentre era spalleggiata dal nuovo fidanzato, il 60enne Romano Maccagnani, condannato in abbreviato a un anno.

Offese e minacce che sarebbero sfociate in una folle aggressione all’esterno di un bar di Portomaggiore, risalente al giugno 2024, quando –  per gli inquirenti – Guidi avrebbe colpito l’ex, prima al braccio utilizzando una sedia di metallo e poi all’occhio, impugnando una bottiglia di birra, mentre il nuovo compagno che era con lei – sempre secondo la ricostruzione della Procura – aveva afferrato la vittima per farla cadere a terra e poi riempirla di calci e pugni con la complicità della stessa imputata.

Un’aggressione particolarmente violenta, tanto da costringere l’uomo – parte civile assistito dall’avvocato Gianluca Filippone – ad andare al pronto soccorso, dove gli avevano riscontrato varie tumefazioni e traumi, con quindici giorni di prognosi, poi prolungati.

Un’azione “aggressiva e volontaria, preannunciata da minacce unilaterali, fatte da una persona che non è capace di autoregolare i propri impulsi aggressivi verbali e fisici” l’aveva definita il pm Stefano Longhi durante la propria requisitoria, chiedendo una condanna più alta per la donna, a tre anni.

Da quel fatto ne scaturì una denuncia per entrambi ai carabinieri che, dopo aver svolto gli accertamenti, aver effettuato i riscontri e aver sentito testimonianze, avevano inviato l’informativa alla magistratura che aveva aperto un’inchiesta.

“È una sentenza che ci lascia un po’ stupiti soprattutto per quanto riguarda il reato di stalking, che non riteniamo configurabile, e quindi faremo appello” è il commento dell’avvocato Alessio Lambertini, che difende Guidi insieme al collega Marcello Rambaldi, che comunque esprime “soddisfazione per il riconoscimento delle attenuanti equivalenti alle contestate aggravanti”. Gianluca Filippone, avvocato dell’ex di Guidi, a cui andranno 5mila euro a titolo di provvisionale, ha aggiunto: “Siamo contenti che il giudice abbia riconosciuto entrambi i reati, soprattutto lo stalking, che sarebbe stato ingiusto liquidarlo come screzi e litigi paritetici all’interno della coppia. Ora attendiamo le motivazioni e poi l’appello che sappiamo farà la difesa, per capire anche noi come muoverci”.

Direttamente collegata a questa vicenda processuale, la cui sentenza è prevista per venerdì 7 novembre, ce n’è un’altra. Quella relativa a quanto accaduto lo scorso 27 giugno, quando Guidi aveva deciso di tagliare il braccialetto elettronico che le era stato messo per non avvicinarsi all’ex fidanzato picchiato, aggredendo i carabinieri. Per quel fatto, accusata di danneggiamento danneggiamento del dispositivo e dell’auto dei militari del 112  e violenza a pubblico ufficiale, lo scorso ottobre, è stata condannata in primo grado a sei mesi dal tribunale di Ferrara.

Amanda Guidi, lo ricordiamo, attualmente è in carcere dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa relativamente ai 14 anni e 8 mesi che la Corte di Appello di Bologna le aveva inflitto per l’omicidio volontario aggravato del figlioletto di appena un anno, il piccolo Karim, soffocato e ucciso mentre dormiva nella loro casa di via degli Ostaggi. In primo grado, la Corte d’Assise del tribunale di Ferrara – presidente Piera Tassoni – l’aveva condannata a 22 anni.

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