Economia e Lavoro
8 Luglio 2025
Il segretario del sindacato dei trasportatori Luca Greco controreplica: “Quando la pezza certifica il buco"

Sicurezza a 6 euro all’ora, Filt Cgil ancora contro l’Ausl

Luca Greco
di Redazione | 3 min

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di Luca Greco*

Quando la pezza certifica il buco.

Potrebbe essere questo, in estrema sintesi, il riassunto del contenuto della risposta dell’Ausl alla richiesta della Filt Cgil relativa alle condizioni di lavoro di chi si occupa di sicurezza antincendio nelle strutture sanitarie pubbliche.

All’interno dell’articolata replica – che peraltro evidenzia una serie infinita di numeri ed azioni che nulla hanno a che fare con le osservazioni sindacali, come se in un qualche modo si volesse distogliere l’attenzione dal merito di quanto rilevato dalla Filt Cgil – si può evidenziare un elemento: l’azienda sanitaria dichiara che “nel capitolato era richiesta l’applicazione delle condizioni di lavoro previste dal contratto di categoria che la ditta Gsa, vincitrice dell’appalto, rispetta così come avallato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro”.

L’Azienda sanitaria omette però di dire che il codice degli appalti, successivo alla circolare dell’Ispettorato del lavoro da loro citata che viene quindi superata dalla Legge, dice altro: l’articolo 11 del codice degli appalti in vigore nel momento della gara, al comma 1, recita: “Al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente”.

Quando alla asserita trasparenza dell’Azienda Sanitaria, ci torna nuovamente utile il codice degli appalti che al comma 4 del citato articolo 11, dice: “prima di procedere all’affidamento o all’aggiudicazione le stazioni appaltanti e gli enti concedenti acquisiscono la dichiarazione con la quale l’operatore economico individuato si impegna ad applicare il contratto collettivo nazionale e territoriale indicato nell’esecuzione delle prestazioni oggetto del contratto per tutta la sua durata, ovvero la dichiarazione di equivalenza delle tutele. In quest’ultimo caso, la dichiarazione è anche verificata con le modalità di cui all’articolo 110”.

Ad oggi non è arrivato alle OOSS il documento con cui la stazione appaltante ha certificato la equivalenza dei due Ccnl.

A questo punto, il dubbio diventa certezza: l’Asl ha affidato consapevolmente ad un soggetto che paga i propri lavoratori poco più che 6 € lordi l’ora il servizio di sicurezza antincendio.

Siamo curiosi di capire come sia stato possibile certificare il non certificabile: da una parte abbiamo un Ccnl che, non solo paga 6 € lordi l’ora i dipendenti, ma che, ad esempio, istituisce lo “sciopero virtuale” (il personale che vuole scioperare, si reca comunque al lavoro e l’azienda gli trattiene comunque la retribuzione della giornata); dall’altra un Ccnl con una paga oraria di quasi 9 € all’ora e che, tanto per rimanere all’esempio precedente, nei limiti previsti dalla legge che regolamenta i servizi essenziali, consente al personale di scioperare astenendosi dal lavoro.

Speriamo che questo amletico dubbio, al pari degli altri sollevati in precedenza, venga sciolto durante l’incontro che abbiamo richiesto all’Ispettorato del lavoro.

*segretario generale Filt Cgil di Ferrara

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