Andrà a processo il 50enne centese accusato per l’omicidio stradale di Emily Vegliante, la carabiniera di 22 anni di San Giovanni in Persiceto, morta – l’11 maggio del 2023 – in un incidente nelle vicinanze dell’incrocio tra via Modena e via di Renazzo, nel territorio comunale di Cento.
La decisione del gup Danilo Russo del tribunale di Ferrara è arrivata nel pomeriggio di giovedì 12 giugno.
La vicenda – lo ricordiamo – era avvenuta lungo la Sp66. Il 50enne stava percorrendo la strada con provenienza San Giovanni in Persiceto e direzione Renazzo-Ferrara quando, per la Procura, la sua Peugeot 3008 avrebbe invaso la corsia di marcia opposta. Secondo la consulenza, l’uomo stava andando a una velocità di 90 km/h, superando quindi di 20 km/h il limite di velocità dei 70 km/h previsto per quel tratto strada, andando a sbattere contro la Fiat Punto.
Quest’ultima, su cui stavano viaggiando i carabinieri, sempre secondo il consulente del pm, proveniva dal senso opposto ed era regolarmente posizionata nella propria semicarreggiata, quando l’impatto ha ucciso sul colpo Vegliante e ha provocato ferite importanti al 38enne che era di fianco a lei, trasportato in elisoccorso all’ospedale Maggiore di Bologna, con fratture giudicate guaribili dai sanitari in oltre quaranta giorni. Il 49enne invece fu portato in ambulanza all’ospedale di Cento.
Il processo – che approderà alla fase dibattimentale a settembre davanti al giudice Marco Peraro – proseguirà per la sola accusa di omicidio stradale. Ieri infatti, dopo l’integrale e corposissimo risarcimento del danno, è caduta l’accusa di lesioni personali gravi che la Procura contestava inizialmente al 50enne nei confronti del carabiniere 38enne che viaggiava con la vittima, che quindi ha revocato la propria costituzione di parte civile. Non saranno parte civile nemmeno gli eredi di Emily Vegliante.
Il tribunale di Ferrara infatti – lo scorso 19 dicembre – aveva inizialmente rigettato la loro costituzione di parte civile, accogliendo un’eccezione presentata dall’avvocato difensore Beatrice Capri. E lo stesso ha fatto la Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso con cui avevano impugnato la decisione del gup ferrarese. Nonostante ciò, ieri pomeriggio, i familiari hanno tentato nuovamente la costituzione di parte civile, che però è stata nuovamente rigettata poiché ritenuta tardiva.
Fuori dall’aula, l’avvocato Beatrice Capri, legale difensore del 50enne rinviato a giudizio, ha fatto sapere che “in sede di istruttoria dibattimentale porteremo elementi finalizzati a ricostruire come sono andati realmente i fatti“.
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