Attualità
12 Giugno 2025
In scena all’ex Teatro Verdi un’opera che educa al rispetto: successo per lo spettacolo promosso da Coop Serena e Coop Azioni

“Libera come una libellula”: una favola per parlare ai bambini di violenza di genere

di Redazione | 4 min

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di Elena Coatti

Un teatro colmo, il cuore gonfio, le lacrime di commozione che scorrevano silenziose tra il pubblico: è stata questa l’atmosfera che ha avvolto ieri (11 giugno) la presentazione dello spettacolo “Libera come una libellula e coraggiosa come un’ape” all’ex Teatro Verdi, tratto dall’omonima favola dedicata a Giulia Cecchettin e a tutte le altre “libellule” vittime di femminicidio e ideato dalle educatrici della Scuola Natura Monestirolo.

Sul palco, a dare corpo e voce a questa favola toccante sono stati i ragazzi del Centro diurno San Martino, quelli del Centro socio-occupazionale Cuore di Chisciotte e i bambini della scuola dell’infanzia Scuola Natura di Monestirolo. Insieme, hanno costruito un’opera teatrale che ha raccontato, con la delicatezza dei gesti e la potenza delle emozioni, cosa significano il rispetto, il coraggio, l’empatia e la libertà.

Ragazze e ragazzi con fragilità psichiche, fisiche, relazionali insieme ai più piccoli hanno dimostrato che non esistono limiti quando si tratta di comunicare emozioni autentiche. La loro presenza sul palco ha trasformato il teatro in un luogo di verità e di bellezza, dove la fragilità è diventata forza condivisa.

Il progetto è stato ideato e promosso da Cooperativa Serena con la collaborazione di Azioni Coop e il sostegno di Confcooperative Ferrara, ed è stato reso possibile anche grazie al contributo di Emil Banca e al patrocinio del Comune di Ferrara.

“Scrivere di violenza sulle donne e farlo in un linguaggio comprensibile ai bambini è un’impresa difficile quanto necessaria – ha detto Tomas Gallerani, coordinatore pedagogico della Cooperativa Serena -. I bambini vivono la realtà che li circonda. Negarla loro significa togliergli occasioni di crescita. Questa favola parla di dolore ma anche di riscatto, e oggi ci ha insegnato che anche da piccoli si può essere coraggiosi”.

L’opera, trasformata in un libricino illustrato da Ludovica Vicini, è stata tradotta in quattro lingue grazie al contributo degli studenti della 5° G del Liceo Carducci ed è disponibile anche in comunicazione aumentativa alternativa, oltre che in formato audiolibro. Un progetto inclusivo che parla e accoglie tutti.

Cristina Coletti, assessore comunale alle politiche sociali, ha ringraziato le cooperative coinvolte e le famiglie presenti: “Il rispetto e l’empatia non si insegnano con le parole, ma con l’esempio. Ed è proprio questo che accadrà sul palco. Parlare ai bambini di temi così delicati significa formare cittadini consapevoli e più umani”.

A rendere ancora più forte il momento, la lettura dei nomi delle 28 donne uccise in Italia nel 2025. Donne uccise da uomini che dicevano di amarle. E tra le vittime, anche una ragazza di 14 anni e un’anziana di 93: un tragico promemoria che la violenza non ha età né confini.

Ha poi preso la parola Alessia Veronese, coordinatrice cso Il Cuore di Chisciotte Coop Azioni, che si è soffermata sul ruolo trasformativo del teatro: “Quando ci siamo incontrati io, Francesca Rosignoli (coordinatrice Csrd San Martino Coop Serena) e Tomas Gallerani, non ci conoscevamo. Ma subito abbiamo capito che c’era una spinta profonda a fare un passo oltre i nostri contesti abituali. In questi cinque mesi di lavoro teatrale, non abbiamo solo costruito uno spettacolo: ci siamo messi in gioco. Il teatro ci ha aiutato a relazionarci con gli altri e, soprattutto, con noi stessi”.

“Sul palco, oggi – continua Veronese -, avete visto adulti che si sono lasciati condurre dai bambini, che si sono lasciati guardare per quello che sono. Il teatro ci offre una straordinaria opportunità: spostare lo sguardo. Non solo vedere la persona, ma vedere dove sta guardando”.

Un applauso commosso ha accolto anche le parole dei partner del progetto e di tutti i volontari e operatori sociali che hanno contribuito alla realizzazione. Ognuno di loro ha sottolineato quanto questa favola non sia solo un racconto per bambini, ma un atto educativo, un seme di cambiamento.

Una volta calato il sipario, nessuno voleva davvero lasciare il teatro. Le emozioni erano ancora lì, vive, nell’aria. Perché ieri, a Ferrara, sono stati i bambini e i più fragili a parlare con la voce più potente: quella della verità, del riscatto e della speranza in un mondo senza violenza di genere.

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