“Ferrara merita rispetto“. C’era scritto questo sullo striscione dietro cui circa duemila tifosi biancazzurri – giovedì (12 giugno) sera – hanno marciato dallo stadio Paolo Mazza fino in piazza Municipale, rispondendo a gran voce alla ‘chiamata alle armi‘ della Curva Ovest per chiedere all’amministrazione comunale di “essere da guida e da sprone per questa città” dopo la mancata iscrizione della Spal al campionato di Serie C e la successiva scomparsa dal calcio professionistico.
All’angolo tra la curva e la gradinata, dove via Cassoli incrocia via Ortigara, tante facce e tanti cuori uniti da due colori, il bianco e l’azzurro. Tra loro pure Lino Aldrovandi, papà di Federico, insieme a volti della politica locale e regionale. C’era Paolo Calvano, capogruppo Pd in Regione Emilia-Romagna, oltre ai consiglieri comunali Enrico Segala del Partito Democratico e Leonardo Fiorentini della lista civica Anselmo. Non mancavano nemmeno i dipendenti biancazzurri come il supporters liaison officer Luca Pozzoni, alcuni fisioterapisti e un social media manager, a serio rischio occupazionale dato l’inevitabile ridimensionamento societario dopo il disastro.
“Ferrara, Ferrara, Ferrara” è il coro ritmato dal battito delle mani con cui il serpentone spallino lascia lo stadio poco dopo le 19.20 e inizia il proprio cammino verso il centro città, percorrendo viale Cavour. Lungo il boulevard ferrarese, dove dai palazzi qualche curioso si affaccia alla finestra e sventola una sciarpa o una bandiera di colore biancazzurro, il tifo sprigiona tutto il proprio orgoglio, la propria fierezza, il proprio vanto. “Siamo noi la Spal” è il coro che lo sottolinea, mentre sale la nebbia dei fumogeni.
Non mancano ovviamente ‘pensieri’ per il presidente Joe Tacopina. Tra un’offesa e l’altra, “vendi e vattene” è il consiglio più mite lanciato dalla piazza che piano piano – compatta e granitica – si avvicina a corso Martiri della Libertà, mentre cala la luce del sole. Il corteo svolta a destra all’angolo dei 4S, sfila prima all’ombra del Castello Estense e poi sotto gli occhi severi della statua di Girolamo Savonarola – simbolo delle vittorie biancazzurre in tempi non molto lontani – fino a fare il proprio ingresso in piazza Municipale quando sono le 20.20.
Lì, dopo aver salito lo Scalone, la scena se la prende tutta Marcello Micai, uno dei principali leader della Curva Ovest. Lo fa trasformando il parapetto in un’ideale balaustra da cui – megafono alla mano – legge le principali richieste che il tifo vuole far arrivare all’amministrazione comunale per la rinascita della Spal, mentre viene srotolato e appeso uno striscione in cui è raffigurato lo storico ovetto biancazzurro, marchio della Spal, che gli ultras oggi chiedono di acquisire e di restituire alla città.
Tra le richieste rientrano poi anche la tutela immediata per i lavoratori, la protezione e il rilancio del settore giovanile fino alla presenza di un rappresentante dei tifosi nel consiglio di amministrazione della nuova società e alla garanzia di giocare le gare interne del prossimo campionato allo stadio Paolo Mazza, qualunque sia la categoria in cui sarà iscritta.
Micai lancia un appello alla politica, dicendo basta alle lotte intestine: “Ora l’amministrazione si deve riscattare e non vogliamo che la vicenda venga usata strumentalmente. Anche l’opposizione si è svegliata all’ultimo, quando la Spal è diventata buona per fare propaganda politica. La parola d’ordine deve essere solamente una, unità. Unità della città e della tifoseria tutta. Di chi ha il potere e il dovere di provare a salvare uno dei più grandi patrimoni sociali, emotivi e culturali”.
Ce n’è anche per il mondo imprenditoriale ferrarese “che deve imparare meglio a fare rete in un clima di collaborazione, pensando a un bene comune più grande che può anche offrire opportunità”. “Stare uniti – prosegue l’esponente del tifo organizzato biancazzurro – ci servirà ad avere in futuro una Spal di nuovo grande. Ma serve anche per tracciare la rotta che deve avere la nuova Spal che si costruirà”.
“Se lo yankee vuole la guerra, l’avrà” è la promessa che arriva da piazza Municipale. “Basta silenzi, basta tradimenti, basta ipocrisie, solo unità. Chi ha a cuore Ferrara e i nostri colori deve parlare, deve agire, deve schierarsi. O con la Spal o contro la Spal. O con noi o contro di noi. Noi siamo la curva, noi non scappiamo, noi non ci vendiamo, ma soprattutto non ci arrendiamo”.
L’amministrazione comunale ha visionato con attenzione le proposte, consegnate a mano al sindaco Alan Fabbri e all’assessore Francesco Carità, ribadendo la volontà di contribuire a trovare una soluzione per la squadra della città.
“Il Comune, dal giorno stesso della mancata iscrizione da parte della dirigenza della società sportiva alla Serie C, è sceso in campo. L’amministrazione è già al lavoro per uscire da questa situazione, triste per le sorti di una squadra storica, amata e benvoluta anche fuori Ferrara, e per la città stessa”, è il commento del sindaco Alan Fabbri in una nota inviata alle redazioni.
Il primo cittadino aveva infatti sottolineato qualche giorno fa di essere già al lavoro per costruire una ripartenza dal basso, con una nuova società e con una nuova squadra, nel pieno rispetto delle normative Figc. Ora la palla è tutta nelle sue mani e in quelle del Comune di Ferrara, perché – come ha scritto la stessa Curva Ovest in uno degli ultimi comunicati stampa – “la Spal è Ferrara e Ferrara è la Spal“.