Salute
6 Giugno 2025
Un polo sperimentale d’eccellenza per terapie innovative intitolato a Silvia Foglino, simbolo di umanità e scienza

Nasce il Centro “Fase 1”: un nuovo orizzonte per la medicina del futuro

di Redazione | 10 min

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E’ stato inaugurato venerdì 6 giugno il Centro sperimentale “Fase 1”. Questo nuovo Servizio integra l’Oncologia clinica, la Reumatologia, la Medicina Nucleare e il Laboratorio Unico Provinciale, la Farmacia Ospedaliera, l’Anestesia e Rianimazione, la Ricerca e Innovazione, nonché tutti i servizi trasversali e di supporto, creando un ambiente completo per la conduzione di studi clinici.

All’inaugurazione erano presenti, oltre ai professionisti coinvolti nel progetto e le autorità cittadine, anche la rettrice dell’Università degli Studi di Ferrara (Laura Ramaciotti), l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna (Massimo Fabi) e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ferrara (Cristina Coletti).

“Questa giornata – ha dichiarato la rettrice – è molto importante, la sentiamo anche nostra dal punto di vista universitario, poiché l’università per eccellenza fa ricerca. Le nostre missioni principali sono appunto la ricerca e la didattica, con una ricaduta molto importante sulla salute e la cura dei pazienti. La collaborazione con le Aziende Sanitarie, che ospitano tanti nostri studenti, ha stupito positivamente anche gli enti accreditatori nazionali. Gli studi di “Fase 1” rappresentano un’eccellenza della ricerca che vede coinvolte unità operative complesse, universitarie e ospedaliere. C’è stata e continuerà ad esserci una perfetta collaborazione ed equilibrio tra la parte universitaria e quella ospedaliera, un impegno che porteremo avanti nei prossimi anni. Questo è un motivo di orgoglio e una base solida su cui continuare a costruire il futuro della sanità ferrarese”.

“La ricerca – ha evidenziato l’assessore Regionale – è alla base dello sviluppo del nostro sistema di cura e una missione fondamentale delle aziende sanitarie, come previsto dalla Legge Regionale 29 del 2004. Riteniamo imprescindibile un rapporto stretto, profondo e organico con gli atenei per la riorganizzazione della governance del nostro sistema. Le nuove cliniche di “Fase 1” rappresentano un patrimonio inestimabile per la medicina personalizzata, in particolare nell’oncologia e nelle malattie che necessitano studi genetici approfonditi, così come nella medicina nucleare e di laboratorio. Vogliamo dedicare questi luoghi alla memoria di Silvia Foglino, una collega che ha fatto della medicina di genere e della promozione della ricerca un esempio, riconoscendo il suo contributo esemplare nello sviluppo di ciò che stiamo realizzando. È nostro dovere ricordare le persone che dedicano la loro vita al sistema della cura, rendendo simbolicamente questi spazi un monito e un’ispirazione per il futuro della medicina”.

“Questo è un momento – dichiara l’assessore Coletti – che segna un ulteriore e significativo traguardo per il nostro territorio. Si tratta di un grande lavoro di squadra, sinergia e professionalità, elementi che, a mio avviso, conferiscono un valore immenso alla risposta che la nostra sanità offre ai cittadini, specialmente in un ambito così vitale e delicato come le cure oncologiche. Sono particolarmente emozionata nel vedere l’impegno profuso nel supportare sia i pazienti che le loro famiglie. Questo ulteriore avanzamento di Ferrara nell’eccellenza è davvero un grande risultato per tutti noi. La costante attenzione e la crescita dell’Università sono fondamentali per l’intero territorio. La nostra presenza qui oggi testimonia la profonda sinergia e l’allineamento tra il Comune e le Aziende Sanitarie, uniti nel perseguire il benessere della nostra comunità”.

“Quella di oggi è una giornata importante – ha evidenziato la direttrice generale Natalini – sia sul fronte delle emozioni che ha regalato, delle sfide che pone alle aziende sanitarie ferraresi ma anche dei risultati che sono stati conseguiti per arrivare all’avvio degli studi di Fase 1. Oggi può essere considerato sia un punto d’arrivo ma sicuramente anche un punto di partenza. È un punto d’arrivo perché siamo riusciti a costruire e avviare questa struttura sperimentale per farmaci innovativi che potranno dare nuove possibilità di cura ai nostri pazienti, e questo è stato possibile grazie alla collaborazione di varie unità operative, tecniche, trasversali e cliniche, che hanno lavorato insieme. Però quello di oggi è anche un punto di partenza perché non abbiamo ancora avuto il paziente zero: dobbiamo cominciare a mettere in pratica tutto quello che finora abbiamo scritto e costruito. La struttura – ha detto ancora la Direttrice – ha ricevuto l’accreditamento da parte di Aifa: una sorta di bollino nazionale che dice che siamo perfetti da un punto di vista strutturale, organizzativo e di personale con operatori dedicati, altamente qualificati e che lavorano in campi multidisciplinari. Ci sono medici, infermieri, tecnici, farmacisti, data manager, ricercatori… Grazie a loro, e all’Università con cui stiamo collaborando a stretto gomito, sono convinta che raggiungeremo traguardi di assoluta eccellenza”.

Il Centro si configura come una struttura di eccellenza dedicata alla sperimentazione di nuovi farmaci per la prima volta nell’uomo. Questo apre nuove prospettive terapeutiche, offrendo ai pazienti – in particolare quelli affetti da tumori complessi o malattie resistenti alle terapie convenzionali o con significativi bisogni clinici – l’opportunità di ottenere trattamenti sperimentali all’avanguardia. L’accesso a queste sperimentazioni rappresenta una concreta opportunità di ampliare le opzioni terapeutiche disponibili, con approcci sempre più mirati, innovativi e potenzialmente più efficaci.

Il Centro è stato intitolato a Silvia Foglino, recentemente scomparsa. Silvia era una brillante ricercatrice che ha lavorato prima in Ausl Romagna e successivamente in Ausl Ferrara. Si è occupata di progetti di “Patient Experience” e di vari progetti di umanizzazione delle cure. Ha ricoperto il ruolo di Gender Manager interaziendale per le due Aziende sanitarie della provincia di Ferrara e ha redatto i Bilanci di Genere delle due Aziende, nonché il primo Bilancio di genere interaziendale. Anche durante la malattia non ha mai smesso di pensare e realizzare progetti legati alla “Patient Experience”, anche partendo dalla propria esperienza personale di malattia. Molto apprezzata dai Colleghi per le grandi doti professionali e umane, si è spenta il 17 febbraio scorso a soli 44 anni.

MA COS’È UNA SPERIMENTAZIONE DI FASE 1? È il primo test di un nuovo farmaco sull’uomo dopo gli studi condotti in laboratorio e su modelli animali. Lo scopo principale è identificare la dose sicura ed efficace, partendo da dosi molto basse e aumentandole gradualmente sotto strettissimo monitoraggio. Si studiano anche l’assorbimento, la distribuzione e l’eliminazione del farmaco nel corpo. A questi studi partecipano solitamente pochi pazienti (circa 10-30), selezionati tra coloro che hanno completato le cure standard e possono beneficiare di un’opzione sperimentale. Il monitoraggio garantisce la massima sicurezza per i partecipanti.

Diverse le Unità Operative delle Aziende Sanitarie ferraresi che hanno giocato un ruolo chiave nella realizzazione di questo Centro, e per l’ottenimento del relativo accreditamento. Grazie al loro impegno, coordinato dalla Unità Operativa di Ricerca e Innovazione diretta da Ilaria Panzini, nei giorni scorsi si è conclusa molto positivamente la visita di Aifa, che ha dato non solo giudizio positivo ma anche espresso giudizi molto lusinghieri sul progetto di Fase 1 e sull’attività del Dipartimento Oncoematologico in generale.

Per l’Oncologia, l’apertura del Centro di Fase 1 segna l’avvio di un polo sperimentale all’avanguardia per potenziare l’oncologia di precisione e accelerare lo sviluppo di terapie innovative. L’obiettivo è identificare le vulnerabilità molecolari del tumore di ciascun paziente e tradurle in opportunità terapeutiche concrete. “Investire nella ricerca clinica è il motore dell’innovazione nella lotta contro il cancro”, dichiara Luana Calabrò, direttrice dell’Unità Operativa di Oncologia clinica e direttrice della Unità Clinica di Fase 1, che prosegue: “l’accesso a sperimentazioni cliniche rappresenta per molti pazienti un’opportunità concreta di ampliare le opzioni terapeutiche disponibili, con approcci sempre più mirati, innovativi e potenzialmente più efficaci. Con la nascita di questo Centro poniamo le basi per una nuova era dell’oncologia a Ferrara: che guarda al futuro, investe nella ricerca clinica precoce e offre ai pazienti possibilità terapeutiche fino a poco tempo fa riservate solo a pochi centri italiani. Grazie anche alla stretta collaborazione con l’Università possiamo formare giovani medici e ricercatori in un ambiente altamente specializzato, capace di coniugare assistenza, ricerca e innovazione”.

Anche la Reumatologia, riconosciuta centro di riferimento per patologie autoimmuni complesse e malattie rare, vede nel completamento dell’accreditamento per la conduzione di studi di Fase 1 un traguardo di rilievo. Questo permetterà di partecipare attivamente allo sviluppo clinico precoce di nuove molecole e “rappresenta un’opportunità concreta – afferma Marcello Govoni, direttore Unità Operativa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica interaziendale – per offrire a pazienti affetti da malattie rare, refrattarie o prive di opzioni terapeutiche efficaci l’accesso a trattamenti sperimentali all’avanguardia. Tutto questo all’interno di un contesto clinico altamente specializzato, multidisciplinare e costantemente monitorato”.

La Medicina Nucleare, disciplina all’avanguardia grazie all’evoluzione tecnologica e chimico-fisica, ha apportato significativi interventi di potenziamento e l’accreditamento alla Fase 1 consentirà la gestione di protocolli di studio su radiofarmaci di ultimissima generazione. La Medicina Nucleare di Ferrara si colloca tra le strutture più avanzate a livello nazionale per caratteristiche strutturali, tecnologiche e completezza dell’offerta diagnostico-terapeutica. Mirco Bartolomei, direttore Unità Operativa di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Ferrara, evidenzia che questo permetterà “di poter gestire protocolli di studio su radiofarmaci di ultimissima generazione e offrire quindi ai cittadini l’accesso alle metodiche diagnostiche e alle terapie più avanzate e innovative, soprattutto in campo oncologico e, in particolar modo, nelle situazioni cliniche in cui sono attualmente disponibili poche opzioni terapeutiche”.

Un ruolo centrale in ogni fase della sperimentazione clinica è svolto dal Laboratorio Analisi Provinciale. L’accreditamento come Laboratorio di Fase 1 è un traguardo significativo che conferma la capacità di operare ai massimi standard qualitativi. L’accuratezza delle analisi e l’affidabilità dei dati sono requisiti imprescindibili per garantire la solidità scientifica della ricerca e la sicurezza dei partecipanti. “Diventare Laboratorio di Fase 1 rappresenta un traguardo significativo e motivo di grande orgoglio per tutto il team”, dichiara Sara Ghisellini, direttrice Laboratorio Unico Provinciale di Ferrara, che prosegue: “questo importante riconoscimento è il risultato del lavoro costante, dell’impegno e della professionalità dimostrata da tutto il personale. Grazie all’utilizzo di tecnologie diagnostiche avanzate, al continuo aggiornamento delle competenze e al miglioramento costante dei processi interni, il Laboratorio Analisi Provinciale di Ferrara si afferma come punto di riferimento non solo in ambito diagnostico, ma anche nel panorama della ricerca clinica”.

L’Unità Operativa di Farmacia Ospedaliera e territoriale ha partecipato in modo proattivo a questo importante progetto aziendale, per gli ambiti di competenza, “collaborando con gli altri professionisti e mettendo a sistema – afferma la direttrice del servizio, Anna Marra – la ormai consolidata esperienza in materia di gestione e utilizzo di farmaci sperimentali e più in generale in ambito di sperimentazione clinica. Siamo quindi orgogliosi di aver raggiunto questo risultato –  insieme a tutte le altre Unità Operative e Servizi coinvolti – che garantirà all’Azienda e soprattutto ai pazienti l’accesso a terapie innovative.

Importante anche il contributo della Direzione Assistenziale, con la componente infermieristica e tecnica, in ottica di approccio multiprofessionale al paziente, come ha evidenziato anche la referente Elena Radoni, che ha ricordato anche l’importanza della formazione per gli operatori.

Il Servizio Tecnico ha contribuito in modo essenziale, installando sonde di temperatura per il monitoraggio ambientale nei locali del progetto Fase 1, in linea con i protocolli di Accreditamento. Un sistema informatico dedicato garantisce la registrazione e l’archiviazione sicura dei dati di temperatura. L’Ingegneria Clinica, infine, si occupata di potenziare i sistemi di rendicontazione dei dati al fine di massimizzare la tracciabilità di tutti i percorsi.

A conclusione dell’evento, proprio all’ingresso del Centro di “Fase 1”, è stata scoperta una targa commemorativa in memoria della dottoressa Foglino, donata da un collega.

“Con Silvia – ha dichiarato commossa Ilaria Panzini – se n’è andata una carissima amica, con tanta voglia di fare, di cercare e con un’intelligenza veramente brillante. Tutte le mattine entrava nello studio e diceva “mi è venuta un’idea”. Non voglio parlare adesso del passato, ma penso che tutti i progetti che porteremo avanti li dovremmo fare in nome per conto di Silvia, che rimarrà sempre nei nostri cuori”.

“Oggi è un momento molto emozionante e contrastante per me”, ha sottolineato il marito della dottoressa Foglino, Cristian Paolucci.  “Provo gioia per l’inaugurazione di questo bellissimo progetto della “Fase 1”, che offrirà una prospettiva di cura migliore e spero diventerà un centro attrattivo per l’Emilia-Romagna e oltre. Tuttavia, sento nel cuore la profonda assenza di Silvia che ha trovato a Ferrara non solo realizzazione professionale, ma anche un rifugio sicuro durante la malattia, sentendosi pienamente capita. Ha saputo avvicinare i mondi di professionisti e pazienti e si è donata alla ricerca in studi di “Fase 1”. Sono orgoglioso che nasca un modello di sanità così importante per l’Italia”.

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