La pm Sveva Insalata ha conferito l’incarico ai tre professionisti che dovranno far luce dal punto di vista tecnico e-scientifico sulla morte di Lidia Ardizzoni.
Sono tre le consulenze tecniche uscite da Via Mentessi. Raffaella Marino, medico legale della Medicina Legale di Ferrara, una volta eseguita l’autopsia, dovrà accertare l’epoca e la causa della morte e quali mezzi e modalità che hanno prodotto il decesso dell’anziana.
Matteo Fabbri, medico genetista, dovrà comparare il dna della donna deceduta con quello del figlio per verificare se sia davvero la madre dell’indagato. Questo aspetto è reso necessario dal fatto che il decesso è avvenuto mesi fa e il corpo della defunta presenta importanti segni di decomposizione.
Francesca Righini, tossicologa, dovrà infine effettuare le indagini chimico tossicologiche sui liquidi biologici per verificare l’eventuale presenza di sostanze velenose o tossiche.
Lidia Ardizzoni è il nome dell’anziana di 90 anni trovata morta e avvolta nel cellophane a Scortichino lo scorso lunedì 5 maggio. I carabinieri hanno fatto la macabra scoperta nel garage dell’abitazione dove l’anziana viveva con il figlio, la compagna di lui e il nipote.
Al momento è indagato il figlio della donna, il 54enne Massimiliano Poletti, che – dopo la morte – ne avrebbe nascosto il corpo per poter continuare a ritirarne la pensione. Insieme a lui è finita sotto indagine anche la compagna convivente, la 53enne Enrica Cavana.
Si indaga per occultamento di cadavere e indebita percezione di soldi pubblici. Il figlio, infatti, avrebbe continuato a percepire la pensione della madre anche dopo la morte di lei.
I consulenti avranno 30 giorni di tempo per depositare le proprie conclusioni. Le operazioni inizieranno già questa mattina (mercoledì 14 maggio).
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