Attualità
29 Aprile 2025
Sono 660 i decessi legato al minerale cancerogeno. I casi di tumore al polmone sono 340

Morti per amianto. L’Emilia-Romagna è terza in Italia

di Redazione | 4 min

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Allarme amianto in Emilia-Romagna. La regione è infatti al terzo posto in Italia con 660 morti per l’amianto, di cui 170 per mesotelioma, 340 per tumore del polmone, ulteriori 150 per altre patologie asbesto correlate.

Una ferita ancora aperta che ha spinto la Regione a intensificare gli interventi di bonifica, prevenzione e assistenza sanitaria con fondi regionali che continuano a sostenere scuole, imprese e strutture sanitarie nella rimozione della fibra killer, e i cittadini che possono usufruire del servizio di micro-raccolta per piccole quantità in ambito domestico. Non solo ambiente: l’Emilia-Romagna ha recentemente istituito anche una rete sanitaria dedicata ai malati di mesotelioma pleurico con percorsi di cura omogenei su tutto il territorio.

Un approccio integrato che affronta l’emergenza amianto con strumenti concreti, trasparenza e responsabilità per voltare pagina su una delle emergenze ambientali più gravi del secolo scorso.

I dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2024 parlano chiaro. I casi sono 2.000, con indice di mortalità del 93% a 5 anni. Sono invece 4.000 i dati di tumore del polmone post-esposizione all’amianto con indice di mortalità dell’88% a 5 anni. Quanto all’asbestosi sono 600 i casi con indice di mortalità del 25% a 5 anni. Infine, quanto alle altre malattie asbesto correlate, comprese placche pleuriche, ispessimenti pleurici, stato fibrotico/infiammatorio polmonare o pleurico sono stati 10.000 i casi con indice di mortalità del 20% a 5 anni.

L’emergenza inquinamento in Italia, anche tenuto conto degli altri agenti patogeni e cancerogeni, secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, è “drammatica con un preoccupante ritardo delle bonifiche: più di 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto, assenza di una mappatura completa, mancata attuazione per larga parte della legge 257/92”. “Sono stati censiti ufficialmente in Itali – prosegue l’organizzazione – circa 100.000 mila siti. Dalle stime dell’Ona invece ci sono circa 1 milione di siti e micro siti con amianto, e ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto. L’amianto è ancora tra noi: presente in migliaia di edifici pubblici e privati, scuole, ospedali, treni, tetti, tubature”.

Un allarme in particolare riguarda la scuola. L’Ona continua a ricevere segnalazioni di nuove scuole con amianto, perfino asili nido, scuole materne ed elementari. “Nel passato – afferma l’Osservatorio . è stato usato das con amianto, e questo ha esposto ancor di più, in particolare le maestre di asilo e elementari fino al 1993, contenente il 30% di crisotilo. Sono arrivate le segnalazioni di 4 casi di mesotelioma nel personale docente solo in queste ultime settimane, e per di più altri casi di segnalazioni di tecnici ovvero professori di educazione tecnica e/o similari per l’uso del minerale all’interno degli strumenti dei laboratori, specialmente nelle scuole di avviamento professionale”.

L’emergenza è anche negli ospedali. L’Osservatorio fa sapere di aver “ricevuto segnalazione per la presenza di amianto in più di 250 ospedali”. E ancora “la nostra rete idrica – aggiunge – rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature, inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali, tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992 quando il minerale veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive”

“Ma la situazione – conclude l’Osservatorio Nazionale Amianto – è critica a livello globale. Nel mondo soltanto 62 Paesi hanno posto al bando l’amianto, mentre molti Stati, come Russia, India e la Cina, solo per citarne alcuni, continuano a produrre materiali contenenti la fibra killer e li commercializzano, alcune volte anche in Italia. L’Onu, nelle sue stime, tiene conto soltanto dell’asbestosi, del mesotelioma e del cancro del polmone, mentre invece ci sono tutte le altre patologie già contemplate nelle monografie della IARC (International Agency for Research on Cancer), tra le quali il cancro della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie”.

Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto, evidenzia: “La strage continua. Più di 200.000 mila decessi nel mondo, 7000 mila solo nel nostro paese nell’ultimo anno, e il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le istituzioni”.

E chiude: “L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992. Ma l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. L’Emilia Romagna è un territorio che ha vissuto una profonda criticità ambientale, ma che è stato capace di rialzarsi con coraggio divenendo un simbolo di impegno nelle bonifiche e nella prevenzione, con un’attenzione costante alla tutela della salute delle generazioni presenti e future”.

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