Emergono nuovi particolari sull’atroce omicidio di Alessandro Coatti, il biologo molecolare ferrarese trovato smembrato lo scorso 6 aprile in Colombia. Gli investigatori locali hanno individuato il luogo del delitto: un edificio abbandonato nel quartiere San José del Pando, dove Coatti sarebbe stato torturato, ucciso e poi occultato in valigie e sacchi, abbandonati successivamente nei pressi del fiume Manzanares.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il movente del crimine non sarebbe legato al narcotraffico né al crimine organizzato, bensì a un tentativo di rapina sfociato in omicidio. Coatti, arrivato da solo a Santa Marta il 3 aprile e ospite di una struttura nel centro storico, sarebbe stato adescato tramite un’app di incontri da una banda specializzata nel derubare turisti stranieri, soprattutto appartenenti alla comunità Lgbt.
Una fonte giudiziaria ha confermato al quotidiano colombiano Hoy – Diario del Magdalena che i criminali contattavano online vittime vulnerabili, per poi incontrarle, rapinarle e prosciugare i loro conti bancari. Alessandro Coatti aveva organizzato un incontro attraverso una piattaforma di dating e, stando alla ricostruzione ufficiale, sarebbe stato drogato, rapito e ucciso durante il tentativo di furto.
Le prime macabre scoperte sono avvenute nei pressi dello stadio Sierra Nevada, nel quartiere di Bureche, dove il cranio e le braccia della vittima sono stati rinvenuti in alcune valigie. Nei giorni successivi, altre parti del corpo sono state ritrovate lungo il corso del fiume Manzanares. Nonostante l’intensa attività di ricerca da parte dei Vigili del Fuoco e della Difesa Civile, una delle gambe della vittima non è stata ancora recuperata.
Il sito del delitto è attualmente sottoposto a indagini forensi. Gli esperti sono al lavoro per raccogliere tracce di Dna, impronte digitali e altri elementi utili a individuare i responsabili. Finora, la polizia ha effettuato quattro perquisizioni e identificato altrettanti sospettati, tra cui una donna. Tracce di sangue e altri indizi trovati nell’edificio confermano che lì si consumarono la tortura, l’omicidio e il successivo smembramento del turista italiano.
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