di Sofia Fabbri
Cento. Il 25 Aprile, “anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Una data che non è solo memoria, ma anche coscienza, responsabilità, futuro”. Così il sindaco di Cento Edoardo Accordi durante le celebrazioni della Liberazione, quando l’Italia “si scrollò di dosso il giogo della dittatura, dell’occupazione, della paura. Ma non fu una liberazione ‘data’. Fu una liberazione conquistata. Con il coraggio, con il sangue, con la disobbedienza civile, con la Resistenza” di chi ha “scelto da che parte stare: la parte della libertà, dell’uguaglianza, della dignità umana”.
La giornata è iniziata con il ritrovo delle autorità e della banda di Cento Giuseppe Verdi presso piazzale Bonzagni. Oltre al sindaco Accorsi, erano presenti anche le delegazioni locali della Polizia Municipale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Protezione Civile, degli Alpini, della Croce Rossa e dell’Anpi. Fra il pubblico, tante bandiere dell’associazione anti-mafie Libera, ma anche bandiere della pace e tricolori. Molti bambini e associazioni di cittadini, tutti riportanti lo slogan “No al riarmo e alla guerra”.
Il corteo, accompagnato dal repertorio di canzoni storicamente antifasciste della banda, ha raggiunto l’incrocio tra piazzale Bonzagni e l’angolo di via Falzoni Gallerani alle 9.30. Qui è iniziata la commemorazione di tutti i caduti di Cento per la Liberazione d’Italia, partendo proprio dalla lapide dedicata al partigiano centese Vittorio Falzoni Gallerani, su cui è stata posta dal primo cittadino una corona benedetta da un padre cappuccino.
Camminando per corso Guercino, il corteo è giunto fino al Monumento ai Caduti delle guerre in via Matteotti, sempre accompagnati da canzoni della tradizione antifascista. Dopo aver posto la corona benedetta, la manifestazione è continuata davanti al Municipio e si è conclusa in piazza Guercino, addobbata con il tricolore.
Ospiti della mattinata sono stati i membri del circolo Anpi di Cento, che hanno letto tre brani di partigiani e persone legate all’antifascismo, come Dino Buzzati. Poi, alcuni bambini delle scuole elementari centesi hanno recitato una poesia sulla libertà, portando con sé i garofani.
Alla fine, le parole del sindaco Accorsi: “Oggi celebriamo l’ottantesimo anniversario della liberazione dal nazifascimo. Una data che è ricordo, coscienza, futuro, il giorno in cui l’Italia si scrolla di dosso il giogo della dittatura, dell’occupazione, della paura. Non fu una liberazione data, ma conquistata dal coraggio con la disobbedienza civile e la resistenza. Ricordiamo una resistenza fatta da donne e uomini con fede politica diversa, ragazze e ragazzi, operai, contadini, militari, religiosi, persone comuni che hanno scelto di stare dalla parte della libertà, dell’uguaglianza e della dignità umana”.
Il primo cittadino ricorda le stragi di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema, ma anche le omissioni, l’omertà, l’indifferenza di alcuni, che hanno portato a morte e violenza per 20 anni. Poi, la stoccata: “Eppure oggi c’è chi, a vario titolo, non riesce ancora a condannare il fascismo. C’è chi tenta di riscrivere la storia, di edulcorarla, di minimizzare. Noi dobbiamo ricordare loro la storia; non per rancore ma per giustizia, non per il passato, ma per il presente e il futuro, per fervente fede democratica”.
“Dalla sconfitta del fascismo nasce la nostra Costituzione, che come ci ricorda il presidente Mattarella, deve essere la nostra mappa per abitare il nostro tempo e servire il nostro Paese”. In chiusura, un pensiero per la morte di papa Francesco, che “ha sempre richiamato il mondo al dialogo e al valore dell’incontro” e un finale “Viva il 25 aprile e l’Italia libera”.
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