Come spiegare ai colleghi metalmeccanici che non dobbiamo fare una guerra contro chi difende i diritti dei lavoratori?
Fino a che punto ci si può spingere pur di mantenere il proprio posticino di “potere”?
Dipendenti che non scioperano pensando di essere salvi dai licenziamenti.
Il quadro modello, che corre in soccorso della propria azienda.
Questo abbiamo visto e stavamo vedendo fino a ieri.
Quello che è accaduto a Copparo è stato davvero pericoloso per il bene della comunità, la classica guerra dei poveri era in atto.
Ricordo, negli anni trascorsi in fabbrica che capi squadra, capi reparto e alcuni quadri erano al nostro fianco, partecipando persino alle assemblee sindacali, eravamo legati, seppur con incarichi diversi, nel mantenere quello che i più “vecchi” avevano conquistato nel tempo.
Oggi non è più così, è sicuramente un problema culturale e sociale, anzi, per alcuni di questi sembra che i contratti conquistati, i super minimi acquisiti e le categorie di inquadramento, spuntino dalla terra come dei funghi, che non li riguardi, che sia affare di altri, sembra che tutto gli sia dovuto, invece c’è chi battaglia ancora anche per tutti loro che hanno come noi il contratto metalmeccanico, ma forse non lo sanno nemmeno…
Non nego che vedere colleghi entrare in fabbrica mentre la maggior stava lottando a suon di scioperi e di stipendi se va bene dimezzati sia stato doloroso, persone che conosci da tanti anni, persone con cui condividi gran parte della vita lavorativa è stato massacrante dal punto di vista umano, personalmente ho confortato e rincuorato amici con gli occhi lucidi, dispiaciuti e abbattuti per questo.
È stata una battaglia diversa dalla “nostra”del 2013, in quel tempo era nata “la berco siamo noi” ed era presidio e accampamento fisso davanti alla fabbrica, tutti schierati per un unico obbiettivo, non dovevano licenziare nessuno!!!
Diciamo che questa lotta è stata differente, ma mi chiedo anche: perché? Forse perché dodici anni dopo si è un po’ più vecchi e stanchi per affrontare di nuovo una baraonda del genere.
Mi capita spesso di mettermi nei panni di altri in certe situazioni, stavolta nei panni di chi è entrato al lavoro mi ci metterò quando anche loro si metteranno nei nostri: mentre noi stavamo fuori dai cancelli per difendere tutti i lavoratori, loro entravano per difendere niente altro che loro stessi.
Una domanda la pongo a tutti noi che tra pochi anni lasceremo la nostra occupazione, ma che razza di mondo del lavoro abbiamo intenzione di lasciare ai nostri figli?
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com