Gentile redazione,
con la presente segnaliamo che nell’articolo di Estense.com pubblicato il 24/3/2025 dal titolo Ferraresi (Leal): “Allarmi lupi senza base concreta” la signora Anna Ferraresi ha dichiarato dati assolutamente non veritieri.
La signora Anna Ferraresi, responsabile dell’associazione vegana/antivivisezionista Leal per la zona di Ferrara, come riporta Estense.com, ha dichiarato che “in Italia non esistono attacchi documentati ai danni di persone”.
Due le possibilità: la signora Ferraresi non sa e quindi dichiara ingenuamente cose non vere, e pertanto sarebbe bene che le sue dichiarazioni non venissero riportate. Oppure, l’altra possibilità potrebbe essere che sa le cose ma mente, che sarebbe anche peggio.
Venendo ai dati, gli archivi storici italiani conservano centinaia di casi di predazioni di persone da parte dei lupi nei secoli passati, con date, luoghi, nomi, cognomi, dichiarazioni giurate di testimoni, atti di polizia, di sanità, autopsie, dichiarazioni di chirurghi, atti di morte e altra documentazione prodotta da enti e pubblici ufficiali. Basta scomodarsi e andarli a leggere. Vale anche per la signora Ferraresi, prima di fare simili dichiarazioni.
Nel 1792 la lupa detta di Cusago nell’arco di tre mesi uccise e divorò parzialmente 10 bambini nei pressi di Milano, più molti feriti. Fu finalmente catturata e uccisa (nello stomaco aveva ancora parti dell’ultima vittima umana) ed esposta a Milano esattamente là dove oggi sorge La Rinascente.
I chirurghi stabilirono che era una grossa lupa, e dopo la sua morte non ci furono più vittime. Alla Biblioteca Ambrosiana di Milano esiste ancora la documentazione redatta in quel periodo. Storicamente, con dettagliata documentazione presente negli archivi di stato, ricordiamo anche le 11 persone uccise, più 9 ferite, dal lupo di Pacentro (Abruzzo) nel 1839, infine abbattuto ed esaminato dai chirurghi e che risultò essere un grande lupo. Non ci furono più attacchi e vittime.
La signora Ferraresi – così come altri della Leal – forse non ha manco letto lo studio scientifico norvegese internazionale The fear of wolves edito nel 2002 e che riporta centinaia di casi nel mondo, Italia inclusa. Solo nel XIX secolo questo studio descrive per l’Italia 112 attacchi, di cui 77 persone uccise, e delle quali solo 5 da lupi idrofobi (che non possono mangiare né bere) mentre negli altri 72 casi si trattò di attacchi predatori, anche con il consumo delle vittime.
Non sa la signora Ferraresi che anche nel XX secolo in Italia ci furono persone uccise e divorate dai lupi in Italia? Una donna fu predata nel 1914 in contrada Portelle, presso Roccaraso; durante la Prima guerra mondiale un soldato in licenza, nel percorrere di notte la strada che dalla stazione di Palena andava al paese, fu assalito e sbranato dai lupi; nell’inverno 1922 tre donne che scendevano da Rivisondoli a Canzano furono circondate da un branco di lupi affamati e la più anziana fu uccisa; poco dopo, nel gennaio sempre del 1922 presso Cittaducale (allora facente parte dell’Abruzzo) un uomo fu divorato dai lupi.
Di questi attacchi riferì lo zoologo di fama internazionale prof. Giuseppe Altobello ossia proprio colui che individuò (oltre alla sottospecie orso marsicano) la sottospecie Canis lupus altobello, poi rinominata Canis lupus italicus. Diciamo, non uno sprovveduto…
L’ultima persona uccisa da un lupo in Italia risale al 1923, in Mugello, Toscana. Ferito alla gola, un uomo adulto fu soccorso e trasportato all’ospedale di Marradi, dove spirò. Ne diede notizia anche il giornale Messaggero del Mugello dell’11 marzo 1923, di cui abbiamo la copia.
Per finire, arrivando ai giorni nostri: la lupa (DNA confermato, poi catturata) del tutto selvatica che nel 2022-23 nell’arco di un anno agì nella zona abruzzese di Vasto e San Salvo e che attaccò quindici volte delle persone, ferendone tredici, medicate all’ospedale di Vasto. Di questi, addirittura due bambini di 4 anni, feriti entrambi alla schiena, furono trascinati via dall’animale di giorno e sulla spiaggia, ma furono salvati dai genitori che li trattennero per le gambe.
Nel 2024 furono attaccati e feriti, in due diverse occasioni ma dallo stesso lupo (DNA confermato), un uomo e una bambina a Casalbordino.
Inoltre nello stesso anno un bambino fu attaccato e morso da un lupo in un campeggio a Finale Ligure – di cui esiste addirittura il filmato dell’attacco, la Regione Liguria attivò le ricerche dell’animale e l’uso di pallottole di gomma.
Molti animalisti ora, mentendo, stanno cercando di fare credere che il bambino stesse offrendo del cibo al lupo, cosa smentita dalle stesse autorità. Sempre nel 2024 un bambino di 5 anni fu attaccato, trascinato via e ferito da un lupo (DNA confermato, infine catturato) addirittura dentro la città di Roma, salvato a fatica dallo zio e da un gruppo di ragazzi.
Questi sono dati confermati anche dal ministero dell’Ambiente. Semmai, alcuni attacchi sono stati a lungo nascosti e non comunicati dalla stampa alla gente ignara, mettendo a rischio l’incolumità pubblica, come nel caso di Roma, dove per ben 16 giorni la gente ignara, specialmente i bambini, hanno frequentato un grande parco pubblico in cui un lupo aveva già attaccato un automobilista e ferito e tentato di predare un bambino!
Ricordiamo che l’ultimo censimento effettuato da Ispra, ossia l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organismo scientifico del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nel 2020-2021 ha stabilito che in Italia continentale vivono mediamente 3.307 lupi (poi ricalcolati in 3.600), ma da allora il loro numero è aumentato e si suppone che siano in realtà almeno 1500-2000 in più.
Ma anche solo con i 3.307 di media del 2021, l’Italia risulta avere la più grande popolazione di lupi d’Europa, anche più di Spagna o Romania. Anzi, l’area appenninica del Parmense-Piacentino, ed è un dato scientifico, ha un’assurda densità di ben quasi 11 lupi ogni 100 km quadrati (10 km x 10), la più alta al mondo, più della Russia, Canada o Mongolia.
Il lupo in Europa, e pure in Italia, non è più in pericolo ma anzi è ormai eccessivamente numeroso, tanto che Iucn l’ha passato nella categoria Minore Preoccupazione, e il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha votato il 3 dicembre 2024 a favore del declassamento del grado di protezione del lupo.
Ricordiamo che da anni l’art. 16 della Direttiva Habitat permette l’abbattimento in deroga dei lupi se troppo numerosi, se fanno troppi danni al bestiame sebbene ben protetto e se attaccano le persone, cosa che avviene legalmente negli altri stati aderenti come noi alla stessa Direttiva (anche centinaia di esemplari abbattuti ogni anno, come in Francia e Nord Europa).
Ma nessun lupo in Italia è mai stato abbattuto, persino quelli che hanno ripetutamente attaccato bambini, per via della propaganda di animalisti e ambientalisti. E delle menzogne che si dichiarano ai media.
Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali