Economia e Lavoro
12 Febbraio 2025
Falcinelli Filctem-Cgil: “Il piano sostenuto da Eni, annunciato come grande piano della chimica è in realtà un piano di dismissione”

Polo chimico. “Senza questa industria il Paese si arresta”

di Redazione | 4 min

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di Tommaso Piacentini

Un incontro per fare il punto sulla situazione di crisi nell’industria chimica del cosiddetto ‘quadrilatero padano’, composto dai siti industriali di Ferrara, Mantova, Porto Marghera e Ravenna. Un incontro che, tra le polemiche istituzionali, si propone di ascoltare non solo i portavoce dei lavoratori, ovvero i segretari della Cgil che hanno organizzato questa iniziativa, ma anche e soprattutto le lavoratrici e i lavoratori direttamente coinvolti nella crisi.

Questo incontro ha avuto luogo ieri mattina, martedì 11 febbraio, al centro sociale ‘il Quadrifoglio’ di Pontelagoscuro e la parola che più è riecheggiata nella sala in cui si è svolto il confronto è una: dismissione.

Ne ha parlato il segretario generale Filctem Cgil Marco Falcinelli quando ha sottolineato come “il piano sostenuto da Eni, annunciato come grande piano della chimica” sia in realtà “un piano di dismissione”. La paura generale è che il sito di Ferrara stia andando incontro alla stessa sorte toccata agli impianti Versalis – gruppo Eni – di Porto Marghera, chiusi nel 2022, e a quella del cracking di Brindisi che sembra destinato anch’esso a chiudere i battenti nella prossima primavera.

Questo epilogo è stato motivato, per entrambe le realtà industriali, con la necessità di riconvertire gli impianti per un loro adeguamento ai processi di riqualificazione previsti dal green deal europeo. Ecco allora la critica di Falcinelli: “L’individuazione degli obiettivi per l’abbattimento di emissioni di Co2 non sono state accompagnate a scelte di politica industriale”.

Si accorda a questa visione anche la segretaria nazionale Fiom Cgil Barbara Tibaldi, che ha ricordato come la “dismissione della chimica di base” sia la “cartina tornasole della transizione ecologica e di una scelta politica”. “Eni – afferma Tibaldi – è un’azienda partecipata”, e questo comporta che “lo Stato è il maggiore azionista”. Ma la segretaria si chiede se si possa fare davvero “transizione producendo batterie A6?”, riferendosi al fatto che nell’intenzione di Versalis rientra la produzione di queste batterie per automobili. In questa discrepanza, la segretaria ravvisa un “patto con il governo” in cui “il piano di dismissione è evidente” e che per questo ci sia un “dolo” da parte di palazzo Chigi.

Un altro punto che è stato variamente citato nell’incontro di ieri è quello dell’aumento dei prezzi energetici: “L’industria ha bisogno di fattori abilitanti per lo sviluppo che devono intervenire sui nodi di sistema, come i costi dell’energia” sottolinea Falcinelli e prosegue: “Finché l’Europa non interviene per calmierare il costo dell’energia, la disparità tra i Paesi membri sarà sempre presente”. Partendo dal presupposto, come ha spiegato il segretario generale, che in alcuni Paesi il prezzo dell’energia è di 34 euro al Mwh e in altri – come il nostro – è di 100 euro al Mwh, la conseguenza diretta è che un’impresa industriale decide di investire nei primi piuttosto che nei secondi. “Per questo proponiamo di disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’elettricità” è la proposta di Falcinelli.

Sulla necessità di intervenire sul piano energetico si accorda anche Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil nazionale, che propone di “abbattere il costo degli oneri di sistema, che pesano il 21% sul costo dell’energia”.

Tutti i segretari, in conclusione, sono d’accordo su un punto nodale: “Senza l’industria chimica il Paese si arresta”. Per questo si appellano ai lavoratori affinché si arrivi a una “mobilitazione generale, perché è un problema che ci riguarda tutti”, come sostiene Falcinelli. “Per dare forza agli accordi e ai patti, le nostre istituzioni devono mettere insieme ciò che il governo divide”, afferma Tibaldi, che si appella così alle altre forze sindacali Cisl e Uil affinché non si girino dall’altra parte e conclude: “questa che è una battaglia impari la vinciamo se teniamo insieme tutti i lavoratori”.

All’incontro erano presenti anche i consiglieri regionali Paolo Calvano e Marcella Zappattera, oltre al vicepresidente della Regione Emilia Romagna Vincenzo Colla. “La nostra presenza – fanno sapere i consiglieri Pd con una nota – è un chiaro segnale di attenzione verso le preoccupazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del petrolchimico, in relazione al piano industriale di Eni e all’assenza di azioni concrete da parte del Governo sul settore chimico. Il governo latita sulle politiche industriali, con gravi conseguenze in molti settori. La chimica, in particolare, rischia di pagare un prezzo altissimo. Senza una strategia chiara, il futuro produttivo e occupazionale del Petrolchimico di Ferrara è a rischio. È indubbiamente necessario affrontare il tema del piano industriale di Eni ma al contempo serve aprire un confronto con interlocutori come Basell che possono essere artifici di investimenti per rilanciare il petrolchimico di Ferrara ed il settore chimico nel Paese”.

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