Economia e Lavoro
16 Gennaio 2025
Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo-Fesmed, Fassid-Sinafo/Snr, Fed Cisl Medici e Fvm-Sivemp lamentano mancanza di "leale collaborazione, trasparenza e rispetto dei ruoli"

I medici delle Aziende Sanitarie auspicano “un cambio di Direzione”

di Pietro Perelli | 3 min

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“Protestiamo per potervi curare”. Sono le parole di un cartello posto alle spalle dei medici di Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo-Fesmed, Fassid-Sinafo/Snr, Fed Cisl Medici e Fvm-Sivemp che lamentano, rispetto alla direzione delle Aziende Sanitarie (Aosp e Ausl), mancanza di “leale collaborazione, trasparenza e rispetto dei ruoli” per cui auspicano “un cambio di Direzione”.

A parlare sono Pierluigi Api, Andrea Besutti, Cristian Succi, Giacomo Pietro Caio, Giandomenico Ferrara e Roberto Zoppellari che spiegano i motivi per cui le sigle che rappresentano hanno deciso di proclamare, lo scorso 8 gennaio, lo stato di agitazione a cui seguirà il tentativo do conciliazione dal prefetto e infine, qualora non si dovesse raggiungere un accordo, lo sciopero.

“Manca – dicono – un piano di assunzione”. È mancato nel 2023 e non è stato portato a termine nel 2024 nonostante i tentativi di discutere “durante tutto il mese di luglio le necessità reparto per reparto”. Solo per il Sant’Anna mancherebbero dal 35 ai 41 medici oltre a 6 farmacisti, tra gli ospedali di Argenta, Cento e Lagosanto parlano invece di 19/21 medici e 3 farmacisti.

Numeri importanti a cui si sommano le richieste dei veterinari che avevano richiesto dieci assunzioni. Una persona è stata assunta a inizio anno e altre due entro il primo semestre, spiegano, però “andrebbe anche tenuto conto che nel 2025 sono previsti due pensionamenti e un trasferimento”. Il rischio è che la pianta organica rimanga la stessa e che la carenza sia comunque quella di 10 veterinari.

“Senza assunzioni – lamentano – come si possono ridurre le liste d’attesa?” Lo si fa forse diminuendo i tempi previsti per ogni visita o lavorando nei fine settimana, poi però sorge il problema della qualità. “Così le liste diminuiscono senza risolvere i problemi dei pazienti”.

Lamentano l’utilizzo delle ore di straordinario, oltre 40.000, come “fattore ordinario di programmazione del tempo di lavoro”, senza dimenticare i 30.449 giorni di ferie non godute da 492 dirigenti sanitari al 30 giugno 2024.

Mancherebbe poi un “elemento di trasparenza” considerando il tentativo delle Uoc (unità operativa complessa) di Ansestesia e rianimazione ospedaliera e quella di anestesia e rianimazione universitaria. Un unione che comporterebbe diversi fattori problematici tra cui il fatto che dalla loro istituzione negli anni ’70 si siano specializzate in ambiti differenti e la loro unione comporterebbe l’avere sotto un’unica direzione un organico di 64 anestesisti.

Non si tratterebbe di un problema diretto per il cittadino ma di riflesso. L’accorpamento, sotto quella universitaria, comporterebbe l’impossibilità di “fare carriera” da parte di quei medici che facevano parte della Uoc specificatamente ospedaliera e questo potrebbe portarli al trasferimento. Una scelta che, a quanto viene riferito, dipenderebbe appunto dalla ricerca di un lavoro che dia la possibilità di crescita. Insomma con questa unione il rischio sarebbe quello di perdere altro personale e non avere sufficiente attrattività per riuscire ad assumere nuovi medici.

Infine i sindacati lamentano la mancanza di rapporti con la Direzione, o meglio, il fatto che “nonostante il confronto non si arrivi mai ad accordi firmati”.

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