Economia e Lavoro
14 Dicembre 2024
Con dati preoccupanti su lavoro, sicurezza ed economia, la città rischia di restare intrappolata tra poesia e realtà senza soluzioni concrete

Ferrara, il risveglio rimandato: una città in cerca di futuro

di Redazione | 3 min

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di Camilla Mondini

Annuario socio-economico 2023, l’anno scorso Ferrara veniva definita “La bella addormentata”, “la cenerentola”. Quest’anno pare che la situazione non sia cambiata, solo una piccola nota di dialetto ferrarese “frara la bela indurmanzada” e qualche richiamo a D’Annunzio “la città del silenzio”.

Dati preoccupanti sulla crescita demografica, le occupazioni, la manifattura e l’industria. Nonostante i richiami alla poesia e alle favole la situazione presentata sembra tutt’altro che fiabesca.

A introdurre il pomeriggio la presidente del cds cultura Odv Cinzia Bracci: “Siamo diventati un po’ autarchici – scherza – la foto sul manuale è stata fatta da un membro del nostro direttivo, come la poesia sul retro. Stiamo cercando di farlo diventare sempre più nostro e sempre più legato alla città”.

Poi gli interventi della presidente Isco Anna Quarzi e del presidente Asvis Pierluigi Stefanini. A cercare di rassicurare un po’ la platea la consigliera provinciale Diletta D’Andrea “gli accadimenti di quest’anno come l’alluvione hanno sicuramente avuto una ricaduta sui dati che andremo a leggere oggi. Con la riforma Delrio purtroppo Ferrara perde la provincia come punto di riferimento”.

Bene ha fatto la consigliera D’Andrea a citare l’alluvione, perché secondo il Consorzio di Bonifica di Ferrara la nostra città non avrebbe retto un’ondata di maltempo simile.

Sullo schermo una slide che simula (con il modello previsionale Ramhtorf) il territorio ferrarese nel 2100 che prevede un incremento del livello del mare relativo pari a 1,4m. L’immagine è impressionante ed è per questo che la presidente Bracci ci tiene a sottolineare che “le politiche urbanistiche non tengono conto della compatibilità idraulica”.

A entrare più nel dettaglio sono poi Annalisa Ferrari e Gianpiero Magnani, direttivo Cds cultura Odv che hanno parlato di crescita demografica e lavoro. “Da qui al 2031 la popolazione calerà ulteriormente, siamo assistendo a una continua e pericolosa diminuzione demografica – afferma Annalisa Ferrari – Siamo la provincia più vecchia dell’Emilia-Romagna e questo incide inevitabilmente sulla sostenibilità”.

“I giovani che non studiano e non lavorano sono pari al 16% e l’export è molto basso – spiega Magnani – la Berlutti è l’ultima azienda a essere venuta sul nostro territorio, il dato è preoccupante. Se vanno avanti le crisi aperte degli ultimi anni nel manifatturiero e nell’industria per Ferrara sarà un disastro, lo abbiamo visto con Berco e il petrolchimico”.

Attenzione particolare anche alla tematica della sicurezza sul lavoro: “Quest’anno ci sono stati 180 morti sul lavoro, un dato che deve far pensare – sottolinea Patrizio Bianchi – Il Cds su questo aspetto è sempre stato molto attento. Non c’è nessuna visione di crescita industriale, stiamo andando a vanvera”.

Infine, sempre sui diritti dei lavoratori Laura Calafà: “Stiamo assistendo a un aumento esponenziale dei contratti collettivi, che gestiscono la faccia oscura della globalizzazione che culmina in una riduzione dei diritti per coloro ai quali vengono applicati. Il destino di Ferrara lo possiamo curare con innovazioni e tecnologie, oppure le alternative rimangono il biogas e la logistica, sarebbe uno degli scenari peggiori nel sistema di sviluppo”.

“Manca un punto di riferimento – conclude – non bastano gli assessori, è necessaria progettualità dedicata e una visione unitaria”.

A conclusione gli interventi della presidente Parco del Delta del Po Aida Morelli e del docente di antropologia culturale di Unife Giuseppe Scandurra.

Prima della chiusura dei lavori un momento toccante in cui la presidente Cinzia Bracci ha ricordato il collega Paolo Micalizzi, noto critico cinematografico ferrarese.

Insomma, quello che emerge da questo spaccato di qualche ora sulla nostra città è che sicuramente Ferrara “ha del potenziale” ed è “un gioiello da curare”, ma mancano basi solide per uno sviluppo economico che soddisfi tutti gli ambiti della nostra società.

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