Cronaca
8 Ottobre 2024
Il direttore del quotidiano online scriveva che Fabbri "spende qualcosa come 600mila euro in incarichi fiduciari". Sentito a riguardo, l'ex dirigente del servizio personale del Comune di Ferrara, Walter Laghi, lo ha confermato

Processo a Estense.com, in aula conferme all’editoriale di Zavagli

di Davide Soattin | 2 min

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Testimonianza chiave quella di Walter Laghi, ex dirigente del servizio personale del Comune di Ferrara, che – sentito ieri (lunedì 7 ottobre) come testimone – ha confermato la veridicità di uno dei principali passaggi dell’editoriale per cui Marco Zavagli, direttore di Estense.com, è finito a processo con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti del sindaco Alan Fabbri.

Nello specifico, rispondendo a precisa domanda della difesa del giornalista, l’ex dirigente comunale ha confermato che l’attuale primo cittadino – almeno fino a quando Laghi è stato in carica – ha speso600.000 euro all’anno per incarichi fiduciari“.

Il riferimento – come si diceva – è a un passaggio dell’editoriale in cui Zavagli, facendo riferimento al fatto che “oggi la macchina della propaganda è ancora più potente, sofisticata e, purtroppo, molto più costosa“, aveva scritto che “di incarichi fiduciari Fabbri spende qualcosa come 600mila euro l’anno tra staff, direttore generale, autisti e comandante della Municipale”.

Durante l’udienza di ieri, in aula, è stata ascoltata anche Sabrina Cavallini, dirigente del Comune di Bondeno, sentita sulla gestione delle risorse per il post-sisma e lo staff comunicazione di Fabbri, quando era primo cittadino matildeo.

La vicenda – lo ricordiamo – ha avuto inizio il 23 ottobre 2020, quando Zavagli pubblicò l’editoriale “La propaganda, l’industria che funziona meglio a Ferrara“. Nell’articolo, il giornalista analizzava la strategia comunicativa del sindaco di Ferrara, contestando alcuni asseriti successi dell’amministrazione comunale e definendo “propagandistica” l’attività comunicativa del Comune. Attività, tra l’altro, condannata di recente anche dall’Agcom.

Il pm Ombretta Volta aveva chiesto l’archiviazione affermando che “le espressioni utilizzate nell’articolo rappresentano l’esercizio del diritto di cronaca e di critica del giornale e del giornalista“.

Il sindaco si era opposto alla richiesta di archiviazione e la sua opposizione era stata accolta dal gip Carlo Negri, secondo il quale il termine propaganda “calato nella dimensione politico-istituzionale, evoca precedenti storici, anche drammatici, di saturazione del sistema informativo a scopo manipolatorio, gettando così un’ombra lugubre su chi la esercita”.

Lo stesso gip, nelle sue motivazioni, premetteva che la sua decisione era lontana dal costituire una deliberazione in ordine alla colpevolezza dell’indagato” e specifica che le affermazioni contenute nell’articolo non sono state valutate “in termini di verità“.

Si torna in aula il 22 novembre alle 9.30, quando sarà sentito lo stesso Zavagli insieme ad altri cinque testimoni citati dalla sua difesa.

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