Cronaca
28 Settembre 2024
La Procura di Ferrara ha chiesto il processo per quindici persone. Tra di loro c'è un boss già condannato nel maxi-processo, la vittima dell'attentato col machete in via Morata e anche l'accusato per la morte di un ovulatore abbandonato lungo la Statale 16

Spaccio e rapine. Altri guai per i ‘vip’ della mafia nigeriana

di Davide Soattin | 2 min

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La Procura – infatti – ha chiesto il rinvio a giudizio per quindici persone di nazionalità nigeriana, tra cui rientrano anche il 37enne Abubakar “Chako” Shaka, boss del clan che dominava sulla Gad, già condannato a 15 anni nel processo di primo grado, oltre che i fratelli Isaac e Stephen Oboh, oggi irreperibili, entrambi membri di spicco del clan rivale degli Eiye, col secondo che fu vittima – suo malgrado – dell’agguato con machete avvenuto in via Olimpia Morata, il 30 luglio del 2018.

A loro si aggiunge anche il nome del 51enne Victor Chukujewku Obileme, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario aggravato e trasporto di sostanze stupefacenti nel procedimento per la morte del 33enne Solomon Okocha che, a marzo 2022, sulla Statale 16, nei pressi di Monestirolo, fu trovato senza vita lungo il ciglio della strada, dopo che uno degli ovuli di eroina che stava trasportando nello stomaco si ruppe, procurandogli una morte atroce.

A tutti e quindici gli imputati, la Procura contesta oltre duecentodieci episodi di detenzione, compravendita e spaccio di decine e decine di dosi di eroina, cocaina e marijuana che, tra maggio e giugno 2019, avrebbero rivenduto ad assuntori in città, incassando centinaia di euro, mentre per Isaac Oboh e altri due si aggiunge anche l’accusa per aver messo a segno due rapine ai danni di due persone differenti, entrambe nella stessa serata, quella del 24 settembre 2018, all’interno del circolo privato D-Verso di via Modena.

Nella prima circostanza, a farne le spese fu Felix Tuesday – anche lui membro dei Vikings/Arobaga, condannato a dodici anni per mafia – che, aggredito con un coltello, bottiglie di vetro, calci e pugni, fu derubato di 100 euro che teneva nella tasca dei pantaloni. La seconda vittima, invece, fu il proprietario del locale Igben Desmond, che – con lo stesso modus operandi – fu rapinato in maniera violenta di 2.100 euro che, in quel momento, custodiva nella cassa del circolo privato.

Decisive furono le indagini dei carabinieri che, attraverso gli accertamenti effettuati, tra cui l’analisi di tabulati telefonici e l’ascolto di intercettazioni telefoniche, riuscirono a incastrare i quindici.

L’udienza preliminare del procedimento è fissata per il 24 ottobre.

 

 

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