Cronaca
23 Settembre 2024
L'avvocato Cipolla: “Si tratta di un'ulteriore conferma circa l'inutilità della riforma. Va protetta la dignità della persona”

Perse lavoro e protezione col Decreto Cutro. Il Tar gli dà ragione

di Redazione | 2 min

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Era titolare di un permesso di soggiorno per motivi di umanitari, rilasciatogli su ordinanza del Tribunale di Bari nel gennaio 2018. E dal 2016 al 2022 aveva sempre lavorato. Per questo, forte di un’assunzione a tempo indeterminato, aveva presentato istanza per la conversione del titolo in permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato.

Istanza che però la Questura di Ferrara, basandosi sul decreto Cutro, aveva rigettato. E contestualmente gli era stato negato anche il rinnovo del permesso per protezione speciale a causa della ravvisata insufficienza di reddito e “dell’assenza di documentazione relativa al luogo di domicilio/dimora”.

Da qui il ricorso al Tar attraverso l’avvocato Massimo Cipolla del foro di Ferrara, che ha fatto presente al giudice amministrativo come il reddito del suo assistito, sebbene al momento della richiesta fosse leggermente inferiore all’importo dell’assegno sociale, negli anni successivi è risultato “abbondantemente superiore al parametro assunto normalmente a riferimento e assistito da una prospettiva del suo consolidamento, vista l’assunzione a tempo indeterminato”.

Il Tar ha quindi annullato il provvedimento della Questura e la procedura dovrà essere nuovamente esaminata.

“Si tratta di un’ulteriore conferma – commenta l’avvocato Cipolla – circa l’inutilità della riforma della conversione del permesso di soggiorno da protezione civile speciale a lavorativo. La mancata conversione e i tempi a volte molto lunghi dell’istruttoria determinano in molti casi la perdita del posto di lavoro, con tutte le conseguenze immaginabili sulla vita e sulla dignità delle persone”.

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