Cronaca
19 Settembre 2024
Sentita in aula la psichiatra incaricata a svolgere la perizia sulla 39enne Sara Corcione. "Capacità di intendere e di volere gravemente scemata e vizio parziale di mente, è ancora socialmente pericolosa"

Avvelenò la madre col tè. “Sin da piccola pensava a come dare la morte”

Sara Corcione
(Foto di archivio)
di Davide Soattin | 2 min

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Per la psichiatra Michela Casoria, perito nominato dalla Corte d’Assise del tribunale di Ferrara, Sara Corcione presenta una capacità di intendere e di volere “gravemente scemata” e un vizio “parziale” di mente. È quanto emerso ieri (mercoledì 18 settembre) in aula, durante l’udienza dibattimentale del processo a carico della 39enne accusata di omicidio premeditato aggravato dal vincolo di parentela per aver assassinato sua mamma, la 64enne Sonia Diolaiti, avvelenandola nel suo appartamento di via Ortigara.

Valutare l’imputabilità e la pericolosità della donna erano gli obiettivi della perizia, i cui risultati – ottenuti dopo aver sottoposto la donna a tre colloqui in carcere, alla presenza anche dei consulenti di difesa e parte civile – sono stati presentati ieri mattina.

Davanti alla Corte d’Assise – oltre a diagnosticarle un “disturbo della personalità di classe A con caratteristiche schizo-paranoidi” – il perito del tribunale ha descritto Corcione come una persona “ancora socialmente pericolosa” che “necessita di cure“.

Più nello specifico, Casoria ha parlato di “un disturbo della personalità che può provocare uno scivolamento psicotico“, evidenziando successivamente che la donna “non possiede deficit cognitivi, ma nemmeno funzioni integre“.

Quella di Sara Corcione – ieri presente in aula così come nelle precedenti udienze – per la psichiatra è una “lunga storia di problemi con riverbero sul piano delle relazioni interpersonali” che presenta anche una “alterazione cognitiva-ideativa con alcune distorsioni”.

Quanto alla premeditazione, invece, ha sottolineato come “l‘idea di dare la morte” sia presente nella 39enne “sin dalla prima infanzia“. “Sin da piccola – ha aggiunto – pensava a sostanze per dare o darsi la morte. Una situazione precipitata con la morte del padre e dei nonni, sue figure di riferimento”.

Parte civile nel procedimento sono i fratelli della vittima, assistiti dagli avvocati Fabio Anselmo e Silvia Galeone, mentre Corcione è difesa dagli avvocati Antonio Cappuccio e Tiziana Zambelli.

Il fatto risale al 27 luglio 2022, ma il corpo senza vita della donna fu scoperto solamente qualche giorno più tardi, nella serata del 29 luglio, quando una donna che qualche giorno più tardi sarebbe dovuta partire in vacanza con lei, non avendo più risposte, allertò i carabinieri.

Si torna in aula il 24 ottobre.

 

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