È Arnaldo Carlotti, storico titolare della trattoria Cà Vecia in via Ravenna, a Fossanova San Marco, l’uomo di 77 anni che, nella serata di martedì 3 settembre, è morto al Cau in Cittadella San Rocco, dove si era recato perché da qualche ora aveva iniziato ad accusare forti dolori allo stomaco e difficoltà respiratorie.
Il personale del Cau lo aveva immediatamente preso in carico e assistito ma, purtroppo, le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate e – valutata la situazione clinica – era stato fatto intervenire il 118, già presente nell’hub di corso Giovecca.
Nonostante le manovre rianimatorie subito messe in atto, gli sforzi del personale medico e infermieristico sono stati però purtroppo vani e Carlotti – che soffriva già di patologie croniche – è deceduto.
Grande il cordoglio in città, a partire dal sindaco Alan Fabbri: “Con Arnaldo Carlotti se ne va un pezzo della storia di Ferrara. Per tutti era una vera istituzione, grazie al suo modo unico di raccontare le pietanze tipiche del nostro territorio e alla capacità di far sentire a casa i suoi avventori, sia che fossero abituali clienti o nuovi arrivati alla trattoria Cà Vecia. Era un personaggio d’altri tempi, unico nel suo genere. Mi unisco al cordoglio a nome dell’amministrazione comunale, porgendo le mie condoglianze alla famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”.
Un ricordo arriva anche da Davide Bertolasi, ex consigliere comunale del Pd: “«Alora, sa magnegna stasira?» Iniziavano così le cene alla Cà Vecia, seguite da «A g’aven i pinzin coi so salum: salam, panzeta e copa ad testa i fag mi e prosciutto cerco di prenderlo buono» Finisce un’epoca, con la morte di Arnaldo, quella dell’ultimo vero oste di Ferrara. Quella in cui si sedeva al tavolo con te e ti raccontava di quando commerciava il bestiame, fino all’acquisto della Cà Vecia perché commerciare bestiame scomparve come lavoro. Arnaldo, persona gentile, persona perbene. Come la sua cucina: semplice, genuina, quella che io considero squisita e genuinamente ferrarese. Quella da far provare ai forestieri, perché avevi la certezza di fare bella figura. E l’esperienza valeva certamente non solo per la cucina, ma anche per le infinite chiacchiere con Arnaldo, rigorosamente in dialetto”.
Carlotti aveva iniziato a lavorare nel mondo della ristorazione con un primo locale, aperto negli anni ’60, di ritorno dal servizio militare. Poi, dopo una decina di anni, era passato al commercio di bestiame, per poi tornare di nuovo nel mondo della ristorazione, con l’apertura nel 1997 della storica Cà Vecia, divenuta negli anni una delle trattorie simbolo della città per la qualità dei prodotti serviti a tavola, per la genuinità della location e per quel suo modo di fare così famigliare che rendevano unica l’esperienza di assaggiare i suoi piatti.
Lascia la moglie Barbara e il figlio Simone. Il funerale è in programma sabato 7 settembre alle 15 nella parrocchia di Santa Maria del Perpetuo Soccorso.
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