Politica
26 Maggio 2024
Il candidato del Pd mostra gli atti con cui si è conclusa la transazione. "Ecco davvero chi sono, uno che si propone di pagare i debiti di altri per ripianare conti e malefatte"

Bancarotta fraudolenta. Marescotti: “Sono innocente”

di Redazione | 2 min

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“Il sottoscritto è innocente”. A parlare è Diego Marescotti, candidato con il Pd nella coalizione che sostiene Fabio Anselmo Sindaco, in merito a uno dei tre “inciampi” con la giustizia di cui nelle settimane scorse si è molto discusso.

Si tratta di quello per bancarotta fraudolenta per cui risulta un patteggiamento del 18 maggio 2020 ma, dice Marescotti, “la condotta incriminata è da ascrivere totalmente al signor G. C. (già mio datore di lavoro nel 2014 poi deceduto) in quanto ‘amministratore di fatto della società ed effettivo esecutore del reato’. Fine, chiaro, limpido e lapidario”.

Tesi che pare emergere anche dalla sentenza che allega alla sua dichiarazione dal quale si legge che “il signor Diego Marescotti ha eccepito l’assenza di alcun pregiudizio economico in capo alla società e, in subordine, che unico responsabile del danno provocato debba essere considerato il signor G. C. quale amministratore di fatto di (nome della società) e quale effettivo esecutore della condotta incriminata”.

Il candidato non riconosce le pretese e le richieste della curatela e, “al solo fine di definire la controversia in via bonaria, propone il pagamento a saldo, stralcio e transazione in favore della procedura fallimentare” dell’importo di 2.600 €. Una proposta che sarebbe arrivata di spontanea volontà da parte di Marescotti per evitare lo strascico delle azioni legali e il conseguente costo.

“Ecco davvero chi sono io – dice -, uno che propone di sua spontanea volontà di pagare i debiti di un altro per ripianare i conti e le malefatte di uno che non poteva risponderne in quanto è deceduto”. “E – aggiunge – devo anche sentirmi attaccato da uno come Naomo?”

“Grazie – dice sempre Marescotti – a tutti coloro che hanno avuto fiducia incondizionata verso la mia persona, ma la prova della mia innocenza da fornire pubblicamente l’ho avuta solo poco fa in quanto gli accessi agli atti richiedono tempo, essendo un fatto risalente al 2015”. Un accesso agli atti che ha richiesto personalmente “per dimostrare a tutti voi la mia completa trasparenza e correttezza sulle questioni sollevate dal senatore Balboni e dal vicesindaco Lodi”.

A tutti colo che lo hanno “accusato falsamente” il candidato dem dice che “ne risponderanno in sede penale, così capiranno davvero in cosa consiste una vera condanna”. “Mi rincresce – conclude – solo il fatto che per un attimo, giustamente, qualcuno abbia potuto avere dubbi su di me. Mi dispiace davvero, ma la verità viene sempre a galla”

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