Cronaca
12 Maggio 2024
La scelta dopo il rigetto dell'appello da parte del tribunale del Riesame. L'inchiesta parla di un ingiusto profitto di 247.000 euro e di un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro

Sequestro auto sottoposte a fermo amministrativo, la Procura ricorre in Cassazione

di Davide Soattin | 2 min

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Dopo il rigetto dell’appello da parte del tribunale del Riesame, che aveva così confermato l’iniziale provvedimento del gip, la Procura di Ferrara ha fatto ricorso in Cassazione per l’inchiesta sulla presunta maxi truffa dell’esportazione di auto sottoposte a fermo amministrativo.

Secondo il Riesame, la condotta contestata non sarebbe stata idonea a configurare gli artifici e i raggiri necessari per sostenere l’accusa di truffa e così il pm Andrea Maggioni ha deciso di proseguire col terzo grado di giudizio.

La vicenda, lo ricordiamo, prende le mosse dall’accusa che la Procura muove nei confronti di quattro persone, titolari di società collegate tra loro, indagate – in concorso tra loro – di truffa aggravata ai danni dello Stato per fatti avvenuti tra il 2016 e il 2022 in provincia di Ferrara.

Secondo gli inquirenti, i quattro avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, finendo così per ottenere un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecare un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro.

Nello specifico, avrebbero nascosto l’esportazione delle autovetture in questione agli uffici della Motorizzazione, ingannando i vari enti pubblici titolari del credito, che restavano comunque convinti di potersi rivalere sui veicoli sotto fermo amministrativo per soddisfare i loro oneri fiscali.

Infatti, secondo gli inquirenti, le autovetture illecitamente esportate risulterebbero ancora di proprietà dei quattro, dal momento che non ci sarebbe stato alcun passaggio di proprietà, e quindi continuerebbero ancora a essere iscritte al Pubblico Registro Automobilistico con la loro targa italiana, seppur in Italia non ci siano più.

Al centro dell’indagine è finita la compravendita di oltre 500 autovetture, di cui oltre 350 risultano ancora formalmente di proprietà e gravate da provvedimenti amministrativi. Di una parte di queste però si sono perse le tracce e così la Procura ha ritenuto di procedere solo nei confronti dei restanti oltre 150 veicoli.

Per questi, gli inquirenti hanno accertato l’illecita esportazione ‘in nero‘ e la successiva immatricolazione all’estero, chiedendone il sequestro.

Il gip del tribunale di Ferrara, lo scorso marzo, ha però respinto la richiesta, ritenendo ‘debole‘ il quadro accusatorio, così come il tribunale del Riesame ha fatto nei giorni scorsi, spingendo così la Procura di Ferrara a fare ora ricorso in Cassazione.

 

 

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