Cronaca
10 Maggio 2024
E' stato ritrovato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna. Faceva parte del bottino di un furto avvenuto nella chiesa di Jonars Pontchartrin di Yvelines ed era stato messo in vendita online

Recuperato a Ferrara un dipinto del XVI secolo rubato in Francia nel 1981

di Redazione | 7 min

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Fra i 10.798 beni d’arte recuperati nel 2023 dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) di Bologna, per un valore complessivo stimato in oltre 11,5 milioni di euro, figura anche un’opera ritrovata in aprile a Ferrara e ricercata dal 1981. Si tratta del dipinto olio su tavola, di cm 83,5 x 82, raffigurante “San Rocco, Santo Stefano e San Giacomo con i due donatori”, attribuito ad autore fiammingo del XVI secolo, individuato in vendita in seguito ai controlli preventivi eseguiti sulle piattaforme digitali e risultato parziale provento del furto perpetrato presso la chiesa di Jonars Pontchartrin di Yvelines (Francia), nel mese di luglio del 1981.

L’opera era censita tra i beni d’arte da ricercare all’interno della banca dati del Segretariato Generale dell’Interpol.

L’operazione compiuta nel Ferrarese rientra fra le attività di polizia giudiziaria che hanno consentito al Nucleo Tpc di Bologna di recuperare e sequestrare 888 beni di tipo antiquariale, archivistico e librario.

Andando nel dettaglio dell’intera attività effettuata nel corso del 2023 in regione, per le attività di tutela del paesaggio e monumenti il Nucleo Tpc di Bologna ha predisposto 110 servizi di controllo alle aree paesaggistiche terrestri e 46 alle aree archeologiche. 59 sono stati i controlli a esercizi antiquariali e commerciali in genere e 172 quelli predisposti a mercati e fiere antiquariali. Anche i controlli “on-line” dei beni commercializzati nelle piattaforme di “e-commerce” e/o sui siti internet degli antiquari e case d’aste hanno continuato a impegnare il personale operante, che nell’anno di riferimento ha esaminato complessivamente ben 1.915 beni posti in vendita confrontandoli con quelli inseriti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, database gestito dal Comando Tpc di Roma.

Nello scorso anno, il numero dei furti di beni culturali ha registrato un leggerissimo incremento rispetto all’anno precedente (da 29 del 2022 si è passati a 34 del 2023 nell’intera regione Emilia Romagna): in particolare, i luoghi più colpiti continuano ad essere gli edifici di culto e pertinenze con 15 azioni furtive e quelli nei luoghi privati e pertinenze con 10 furti.

L’aggressione speculativa alle aree sottoposte a tutela paesaggistica o vincolo archeologico è un fenomeno di crescente attualità che viene contrastato in sinergia con l’Arma territoriale e il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri. Anche nel 2023 sono stati eseguiti monitoraggi aerei a bordo di elicotteri del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì nell’intero territorio regionale con l’imbarco sul velivolo anche di funzionari specializzati delle tre Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Parma e Ravenna, per il necessario contributo tecnico.

Sul piano repressivo, i Carabinieri del Nucleo Tpc di Bologna hanno denunciato alle competenti Autorità Giudiziarie 39 persone, poiché ritenute responsabili di aver violato le norme del Codice Penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto di beni d’arte, ricettazione di opere d’arte rubate, contraffazione di opere d’arte contemporanea, ma anche per reati in danno del paesaggio.

Nel corso del 2023, nell’intero territorio regionale, sono state condotte, con la collaborazione e supporto dei funzionari della Soprintendenza Archivista e Bibliografica dell’Emilia Romagna, numerose operazioni finalizzate a recuperare beni culturali, costituiti da documenti archivisti appartenenti allo Stato ed Enti Ecclesiastici, e beni librari sottoposti a tutela, trovati sul circuito antiquariale, ma risultati sottratti dai luoghi di deposito.

2.559 i reperti archeologici recuperati, di cui 649 interi e 1.909 frammenti, ben 7.351 i reperti paleontologici individuati e sequestrati. In questo settore i recuperi sono frutto dell’attività preventiva e repressiva, svolta in collaborazione e sempre con il supporto dei funzionari degli Enti di tutela del Ministero della cultura dislocati nell’intero territorio regionale o meglio le tre suindicate Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Nel contrasto alla contraffazione delle opere d’arte, il monitoraggio del mercato e le indagini sviluppate di concerto con le competenti autorità giudiziarie, anche a seguito di indagini complesse, hanno permesso al Tpc di Bologna di sequestrare, a carico delle 12 persone perseguite, 32 opere d’arte contraffatte che avrebbero potuto far realizzare, qualora commercializzate come autentiche, un guadagno illecito di almeno 170.650 euro.

Tra le operazioni di servizio portate a termine con il recupero di beni illecitamente trafugati da paesi stranieri, si segnala il ritrovamento a Bologna e la restituzione al paese d’origine, la Repubblica dell’Iraq, di un prezioso reperto archeologico costituito da un “mattone con iscrizione cuneiforme”, del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.), proveniente dalla Ziggurat (tempio- torre a gradoni) di Nimrud (Iraq), l’antica Kalkhu, a quel tempo capitale dell’Assiria. L’importante reperto in argilla e paglia, delle dimensioni di 35,7 x 33,7 x 10,8 cm, che rappresenta una delle poche testimonianze rimaste di quel monumento archeologico completamente raso al suolo nel 2016 dagli uomini dell’Isis/Daesh, è stato restituito nel corso di una solenne cerimonia avvenuta il 13 giugno 2023, in Bologna, presso i Musei Civici d’Arte Antica – Museo Civico Medievale di Bologna, alla presenza del presidente della Repubblica dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Gli assiri all’ombra delle Due Torri” promossa dal 14 giugno al 17 settembre 2023 presso le sale espositive del lapidario del citato complesso museale da Settore Musei Civici Bologna|Musei Civici d’Arte Antica e King Abdulaziz Chair for Islamic Studies|Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Missione Archeologica Iracheno – Italiana a Ninive.

Tra maggio e luglio 2023, in occasione dell’alluvione dell’Emilia Romagna che ha interessato in particolare modo le province di Forlì-Cesena e Ravenna, sin dalle prime ore successive agli eventi metereologici, il Nucleo Tpc di Bologna e la Task Force Caschi Blu della Cultura hanno affiancato le articolazioni periferiche del Ministero della Cultura per le operazioni di messa in sicurezza del patrimonio culturale interessato dal grave evento. Dopo un monitoraggio dettagliato dei danni, con particolare riguardo a precise località e quartieri di Forlì, Cesena, Lugo, Castel Bolognese, Sant’Agata sul Santerno, Brisighella, Cervia e Conselice, per citarne solo alcuni, si è proceduto ad effettuare gli interventi, che hanno in particolar modo interessato i beni archivistici e librari, aggrediti dall’acqua e dal fango, che hanno invaso i luoghi in cui erano conservati. In relazione alla gravità del danno, alla diminuita sicurezza dei luoghi colpiti dall’evento in relazione alla loro collocazione sul territorio, sono stati attivati servizi di vigilanza fissa e dinamica condotti principalmente dall’Arma territoriale e dalle altre forze di polizia presenti nelle località interessate. Particolare attenzione ha riguardato le chiese, le biblioteche e gli archivi, soprattutto quelli più isolati per i quali si è proceduto all’organizzazione di una vigilanza dinamica, specie negli orari notturni, a cura delle competenti Compagnie e Stazioni Carabinieri prima che tutti i luoghi interessati venissero svuotati dei beni da recuperare. Tra i molteplici siti danneggiati, figurano la Biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì, l’Archivio ed i depositi del Comune di Forlì nonché l’Archivio Storico e la Biblioteca comunali di Castel Bolognese. In particolare, la Biblioteca del Seminario Diocesano, a Forlì, presentava volumi di grande pregio, come incunaboli, libri stampati nel Quattrocento, cinquecentine, seicentine che, completamente immersi nel fango, erano stati esposti al rischio dei danni dovuti al proliferare di funghi e batteri.

Il Comando Tpc, con l’invio immediato di militari specializzati “Caschi Blu della Cultura” a Cesena e Forlì, ha messo a disposizione la conoscenza di procedure operative consolidate e l’esperienza acquisita in precedenti calamità al fine di operare in piena sinergia insieme ai carabinieri del Nucleo Tpc di Bologna ed a fianco di funzionari e restauratori del Ministero della Cultura, operatori della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, nonché dei numerosi volontari intervenuti.

In conclusione, il Nucleo Tpc di Bologna, adempiendo a tutte le richieste di supporto, umane e logistiche, pervenute dall’Uccr (Unità di Crisi Coordinamento Regionale) del Ministero della Cultura per l’Emilia Romagna (istituito presso il Segretariato Regionale del MiC per l’Emilia Romagna), ha eseguito 322 servizi, oltre 130 scorte e trasporto di beni mobili presso i luoghi di deposito temporaneo, impiegando complessivamente 626 unità che sono intervenute su oltre 180 chiese e istituti di culto, su un centinaio di edifici di interesse storico-artistico e aree archeologiche e su circa 40 archivi e biblioteche danneggiati, consentendo il recupero di 48.646 libri antichi, 6.305 metri lineari di documentazione archivistica, 75 dipinti e disegni, 22 statue e busti, 265 sculture di vari materiali, 147 armi antiche e relative munizioni, 1.114 cimeli di guerra e svariati reperti archeologici e antropologici.

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